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Attenzione, ultime notizie!

Tra poco è Natale. Lo ho sentito al Telegiornale, ho sentito che si mangerà molto rispetto al normale e che si spenderanno molti soldi in regali che, in genere, non sono mai quelli che si dovrebbero donare.

È Natale. Non si parla molto dell'evento, dell'avvento del Salvatore, quel Cristo che ci insegnò prima d'ogni altra cosa a parlare di amore.

Lo ho sentito al Telegiornale: subito dopo Natale saremo meno buoni, gli americani andranno a giustiziare i cattivi iracheni. I bombardieri spareranno sui cammelli perché sono camuffati, trasportano prodotti proibiti, astuzie del Rais, ne pensa una più del diavolo, ma non li ingannerà. Moriranno a migliaia. Per ognuno di essi morirà un cervello che pensa, che contiene la sua storia, un cervello che conosce e custodisce i saperi della sua terra antica. Morirà un cuore che palpita, ha paura, ha emozione, ha un amore da coltivare. E per ogni cervello ed ogni cuore, un uomo morirà. E per ogni uomo che morirà altri cervelli ed altri cuori piangeranno domandandosi il perché, perché loro non sanno.

L'onnipotente dall'alto dei cieli, il pilota automatizzato, supervitaminizzato, che sparerà la sua bomba intelligente, di coloro che andrà ad uccidere, di che faccia avranno e di quanti saranno, proprio nulla saprà, e non gliene fregherà niente. Lui, l'indistruttibile, volerà dentro al Caccia nell'alto dei cieli.

Non esiste una guerra giusta: non ci credo, non ci casco, soprattutto a Natale. Se nessuno ci andasse (a fare la guerra) non ci sarebbe guerra, non ci sarebbe mai stata. Eppure è sempre spuntato qualcuno che, rompendogli le tasche in un momento magari inopportuno, ha convinto il contadino, il pescatore, il cittadino (il quale nel frattempo non ci pensava nemmeno) che, nel nome di un Re o di un altro Dio, la si doveva fare.

Lo ho sentito al Telegiornale: presto molte vite, nelle quali pulsano cuori e pensano cervelli, saranno spente, spente per sempre, come accade da sempre. Cuori e cervelli innocenti pagheranno per un oscuro, arrogante, spietato tiranno. Invero non saprei proprio dire chi è.

I cronisti del Telegiornale tutto questo lo sanno. Che bello sarebbe se adesso, a Natale, qualcuno di essi si alzasse in piedi, gettasse per aria le carte fasulle e la sua bella cravatta e, annunciando in diretta le sue dimissioni, ci dicesse in fretta tutta la verità, ricordandoci due parole, non importa quali, d'amore, parole di Cristo il Salvatore, e poi si facesse cacciare. Che audience! Avremmo un uomo libero in più e finalmente un po' d'informazione.

Auguri a tutti, auguri di un sereno Natale, al brutto, al bello, al povero e al ricco, e anche al cammello. Un pensiero particolare per chi non lo sa ma è già destinato a trasformarsi in una statistica, un numero freddo in tutti i sensi in base al quale si può quantificare di aver dato finalmente una lezione di vita a chi probabilmente per convenienza, per non farne un martire, scippato il petrolio, verrà risparmiato.
 
Carlo Mariano Sartoris
architetto e novelliereP.S. Consiglio utile per un regalo natalizio: crocifisso in oro da appendere fra i seni della giovane amante. Fa chic, fa ricco, fa un po' snob, e fa un pochino credente!

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