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ancora su Tanexpo 2004

appunti di viaggio

Pensieri a ruota libera sulla rassegna modenese del misterioso personaggio uso a frequentare le più importanti esposizioni funerarie del mondo

Mutina. Questo il nome dato dai romani all'attuale Modena quando, un paio di secoli prima della nascita di Nostro Signore, essi conquistarono quello che era stato uno dei siti importanti degli Etruschi e lo trasformarono in un centro agricolo e commerciale di primaria importanza. Tale fama, se si eccettua il periodo medievale - pur ricchissimo (contrariamente a quello che per secoli si è voluto far credere) di fermenti artistici e di pensiero - non si è mai smentita nel corso dei secoli, a cominciare dal ‘500, periodo in cui gli Estensi ne fecero la capitale del loro ducato ripristinando i vecchi fasti e dotando la città di grandi opere d'arte.
Ancor oggi Modena, e ciò è tanto più meritorio vista la prossimità della potente Bologna (ci viene in mente il poema epico comico del Tassoni "La secchia rapita"), brilla per i livelli di assoluta eccellenza raggiunti nei più diversi settori. Tutti conoscono la rossa di Maranello, l'aceto balsamico, Luciano Pavarotti o lo zampone. Pochi, invece, sono al corrente del fatto che Carpi si trova ad essere la città europea con il più alto reddito individuale "pro capite" (seconda è Groninga, nei Paesi Bassi, che deve la sua ricchezza al gas che si trova nel suo sottosuolo) grazie ad una industria tessile estremamente sviluppata e destinata, forse, a soffrire nei prossimi anni a causa del "pericolo" giallo. Non dubitiamo peraltro che i modenesi sapranno far fronte alle sfide del futuro approfittando anche delle capacità strategiche che hanno sviluppato, quasi geneticamente direi, grazie all'osmosi probabilmente creatasi con i cadetti della gloriosa Accademia Militare che colà si trova.
Da qualche anno, poi, esattamente dal 1992, essa è diventata anche la capitale del mondo funerario, italiano in un primo tempo ed europeo oggi. Se è ben vero che altre sedi nella penisola (Firenze, Carrara,...) sono state immaginate (e tentate), rimane il fatto, incontestabile, che Modena rappresenta oggi un appuntamento imprescindibile per gli operatori del settore di tutti i paesi che vogliono accostarsi alle ultime novità in tema di cofani, arredi, bronzi e belle carrozzerie (di ogni sorta, come più in là vedremo).
È quindi con animo estremamente ben disposto che, ancora una volta, abbiamo preso con immutato entusiasmo il cammino verso la Ghirlandina rassicurati anche, cosa che non guasta, dalle prospettive enogastronomiche offerte dai luoghi e che, ma su questo non c'era la minima ombra di dubbio, hanno ampiamente confermato le nostre attese. Si aggiunga il fatto che TANEXPO coincide con l'inizio della primavera e che questa stagione è sempre ricca di ottimi auspici e di una gran voglia di liberare quelle energie accumulate nei lunghi e rigidi mesi invernali. Anche il tempo ci è stato, in generale, amico, se si eccettuano le prime ore del giorno durante le quali il passaggio da un padiglione all'altro dell'esposizione comportava rischi certi di infreddatura, viste le perigliose correnti d'aria gelida che in quelle ore mattutine prendono possesso del corridoio di comunicazione.
Visitando fiere ormai da un certo numero di anni, si sono creati riflessi che ci portano quasi sistematicamente a fare un paragone sia con le edizioni precedenti della stessa manifestazione che con avvenimenti analoghi che hanno luogo in altri Paesi. Direi che la prima impressione che il visitatore prova a Modena è quella di grande pulizia, ordine e luminosità. Ad essa si accompagna una disposizione degli stand che favorisce le aziende che decidono di "fare le cose in grande" (tante quante è difficile trovarne altrove – non si tratta di considerazioni mie, ma di Deborah Andres, responsabile della NFDA, la fiera americana che per la prima volta ha partecipato con un suo stand a TANEXPO) senza penalizzare quelle società che, viceversa, assumono un profilo "normale". In questo modo il visitatore può passeggiare e compiere le proprie visite in un ambiente gradevole e tale da favorire contatti e conversazioni d'affari con i partner scelti. Ciò potrebbe sembrare di scarsa importanza, ma a nostro modo di vedere non lo è affatto, perché una cosa è trovarsi a proprio agio ed un'altra è il soffrire per la tristezza di un luogo che suscita l'irrefrenabile desiderio di abbandonarlo nei tempi più brevi possibile. È quindi con animo leggero e gioioso che l'ospite inizia il suo viaggio fieristico. Se, per seguire la traccia poc'anzi indicata, volessimo paragonare TANEXPO 2004 alle precedenti edizioni, potremmo dire, penso con fondate ragioni, che quello che di più ci ha impressionato quest'anno è stata la "gioia" dei visitatori (è ben vero che nel 2002 incombeva su tutti l'ombra del vile assassinio del prof. Biagi perpetrato, qualche ora prima, nella civilissima Bologna) alimentata anche dalle abbondanti e scelte vettovaglie predisposte, con somma sagacia, dagli accorti espositori. Una testimonianza, del resto, di tanta allegria ci è giunta, gradita ed inaspettata, dalle considerazioni esposte da Miriana Trevisan, l'avvenente estrattrice del biglietto vincitore della Smart messa in palio dalla organizzazione. Ha detto, dunque, la gentilissima ospite che dopo aver messo piede, con una certa inquietudine, nei vari padiglioni (chissà se avrà ottemperato a quelle che sono le prescrizioni imposte in tali circostanze dalla scaramanzia...), in tempi brevissimi è entrata in sintonia con l'evento, rimanendo soprattutto stupefatta per l'allegria regnante in un luogo che il profano potrebbe, non senza qualche ragione, immaginare popolato di sinistri personaggi nerovestiti, in tutto e per tutto simili a quelli evocati dal magistrato napoletano Nicola Valletta nella arcifamosa (per gli amatori) "Cicalata sul Fascino volgarmente detto Jettatura" pubblicata a Napoli, insieme con quarantaquattro canzonette, nel 1787. La gentile "dea bendata" avrebbe certamente rafforzato le sue impressioni se avesse partecipato ad una delle cene in cui abitualmente si ritrovano, alla fine di una lunga e faticosa giornata, gli operatori. Rimane il fatto che un altro mito è venuto a cadere, e cioè quello della "bella carrozzeria" vuota all'interno. In effetti la signorina Trevisan è riuscita, con la pertinenza delle sue osservazioni e con la spontaneità dei suoi propositi, a sedurre i numerosi spettatori, riuscendo nella non facile impresa di trasformare lo sguardo di questi ultimi da puramente concupiscente ad interessato e, per finire, divertito. Il che non è poco, visti i preconcetti che abitualmente ci abitano. Unico neo (ma qui è il discendente, tra gli altri, di sudditi delle vecchie province imperiali austro-ungariche che parla) il fatto che qualcuno di nome Trevisan sfoggiasse un accento partenopeo (gradevolissimo nella bocca di un Edoardo o di un Totò) laddove una cadenza veneta sarebbe stata di migliore effetto.
Se è, d'altra parte, ben vero che tutti i record, come è ormai consuetudine, sono stati battuti, sia in termini di superficie espositiva (oltre 21.000 metri quadrati) che di presenze alla manifestazione (più di 13.000), è altresì certo che il dato più interessante viene dalla "internazionalizzazione" dell'evento. È vero che il mondo è sempre più piccolo, ma la gente non si sposta se non trova interesse a farlo: è questo il segno che TANEXPO ha raggiunto ormai la piena maturità, quella che le consentirà, nel corso degli anni futuri e delle successive esposizioni, di consolidare il suo primato a livello continentale e, perché no?, a livello mondiale. Ciò che effettivamente colpisce rispetto alle manifestazioni di altri paesi è la continua progressione, meno frequente altrove. Non solo: sono stati nettamente percepiti segni inequivocabili che confermano il ruolo primario conferito dagli operatori stranieri alla manifestazione italiana. Tra tutti il più significativo credo sia quello della presenza dei cinesi che hanno battuto in lungo ed in largo i corridoi di TANEXPO fotografando da ogni angolo tutti i prodotti. È la prima volta che si assiste ad un tale interesse da parte dell' "Impero di Mezzo" ed è il segnale che ormai, dopo aver attaccato con i noti successi altri mercati, si avvicinano i tempi in cui essi investiranno massivamente anche su quello che ci riguarda. Tant'è che, oltre ad altri segnali, ve n'è uno, estremamente significativo, e cioè che la prossima esposizione cinese si terrà a Shanghai nel prossimo mese di novembre. Avviso agli intenditori... Ciò detto, non credo che tale dato di fatto debba perturbare oltre misura i sonni degli operatori italiani. Da quanto si è infatti visto a Modena, la creatività e la qualità di molte aziende (per equità non citeremo nomi, ma tutti conosciamo chi nei vari settori - cofani, veicoli, imbottiture, fotoceramiche, arredamenti, accessori – persevera nel costante sforzo di ricerca e di innovazione) le mettono al riparo da pericoli immediati, anche se rimane evidente il fatto che nel medio e lungo termine l'insidia "gialla" sarà sempre più presente. L'importante è prenderne lucidamente coscienza, fugando ogni ingiustificato allarmismo e mettendosi al lavoro (o, per meglio dire, continuando a lavorare) con l'obiettivo dichiarato della qualità e del contenuto estetico.
In questo clima di scambi e di cooperazione è stato bello ritrovare vecchie conoscenze provenienti da ogni orizzonte e paese e che unanimemente hanno dichiarato la loro soddisfazione di essere in Italia per tale manifestazione. Faremmo tuttavia un grandissimo torto ai visitatori italiani (soprattutto a quelli provenienti dal diletto Sud) se non sottolineassimo la loro numerosa ed entusiasta partecipazione. Ci rimane negli occhi la loro presenza, al mattino, davanti ai cancelli d'ingresso, in attesa che le porte si aprissero per soddisfare la loro voglia di vedere, conoscere, apprendere. Deve essere una gran soddisfazione per gli organizzatori trovare tanto interesse da parte di coloro per i quali essi si danno indefessamente da fare. Direi che i partecipanti (è un concetto che già ho espresso in un precedente articolo, quello sulla esposizione americana di Las Vegas) dovrebbero fare uno sforzo (ma ciò è possibile solo dopo una presa di coscienza) per vieppiù partecipare alle manifestazioni - conferenze e dibattiti - collaterali. Esse sono fonte di arricchimento culturale e professionale, come ben sanno coloro che hanno assistito alla tavola rotonda sulla situazione funeraria in Europa così brillantemente presieduta da Dirk Van Vuure, past president della fiat-ifta, ed alla quale hanno apportato il loro contributo Josep Cornet, Costas Tsakiroglou, Daniele Fogli e Piero Maurizio Zaffarano. Così come non ci è possibile non ricordare il grande interesse riscosso dalla Mostra sul marmo e il design.
Rimaniamo dunque in attesa di TANEXPO 2006, con la certezza che in quella occasione altri prestigiosi traguardi saranno raggiunti, a premiare il lavoro di un gruppo davvero efficace.Il Viaggiatore

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