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Cosa sarà degli infedeli

Sento gli animi inquieti e sbigottiti, i cuori timorosi e spersi di fronte a eventi che non comprendiamo, che avvertiamo farsi sempre più minacciosi, sempre più vicini, indecifrabili e troppo violenti per noi, ormai placidi, pigri e benestanti occidentali, gente che viviamo al di sopra delle righe, infelici, litigiosi, sempre scontenti.

Noi cristiani esageratamente ricchi abbiamo travisato in fretta i buoni insegnamenti del nostro Redentore, abbiamo capovolto i significati di amore e di fratellanza, di uguaglianza e di appartenenza, icone della religione a cui ci siamo aggregati da duemila anni per poi ritrovarci oggi egoisti, individualisti, corrotti e ben poco mistici in relazione ai principi originali della nostra fede e della tradizione tramandata.

In genere ci si segna poco quando si passa davanti ad una Chiesa, si prega quando se ne ha bisogno e si bestemmia spesso. Colpa del tempo che passa, dell'evoluzione della società, dell'animo umano, in fondo non colpevole di essere tale: diavolo ed acqua santa, a seconda del momento. Quand'ero piccolo il mondo mi pareva diverso, forse perché si aveva meno, si rideva di più e la televisione aveva un solo canale in bianco e nero. A quel tempo tutto mi sembrava essere più semplice e più vero, più buono ed ottimista, o forse se ne sapeva meno.

Oggi che sono quasi vecchio e tutto pare diverso cerco alcune risposte dentro al cervello, ma non ne ho. Osservo, rifletto, immagino, prevedo, ascolto, ma non capisco.

Ho visto crollare le torri, ho visto le navi partire e i cannoni sparare. Ho visto le stragi in diretta, gli uomini bomba farsi saltare, gli ostaggi ammazzati, i civili carbonizzati, le bandiere bruciate, i crocifissi boicottati, le masse infervorate brandire i mitra e giurare vendetta.

Ascolto i proclami, le minacce, le smentite, le scuse, le promesse, le intenzioni. E tra loro, a dividere i fronti, minime differenti ipotesi sulle parole dei diversi profeti di un unico Dio.

Rifletto sulle oscure cause che generano l'odio nelle masse spingendo popolazioni intere a maledire, a giurare morte e guerra santa ad altre razze delle quali si ignorano il vero volto, le abitudini quotidiane, i ritmi di vita, le tradizioni, le umane contraddizioni.

Rifletto sui tanti dibattiti, sugli incontri, sui confronti, sulle motivazioni, sui molti pareri degli esperti, dei giornalisti e dei luminari, cervelli sapienti di queste strane dicotomie delle menti umane, ma le risposte che suonano schiette e vere non arrivano.

Certe controversie non finiscono mai, immagino vengano da dentro e si manifestino fuori, cercando sostegno nell'appartenenza ad una specie prediletta dal suo particolare Dio, unico latore di quella verità che ancora si ignora e che spaventa. Il mistero dell'origine della vita ed il volto conteso del suo Creatore probabilmente sono il pretesto per giustificare la crudeltà latente dell'essere umano; credo nasca dalla consapevolezza di non essere eterni, pur desiderandolo. La consapevolezza di essere provvisori e pur crudeli, e di convivere con tale interiorità, è forse il peccato originale dell'uomo.

Certe guerre non finiscono mai. I saraceni, Roncisvalle, il feroce Saladino, le crociate di re Riccardo, la battaglia di Lepanto, la caduta dell'impero Ottomano, Gerusalemme, Gaza, i versetti satanici, le vignette blasfeme, il consolato in fiamme.

Da millecinquecento anni la storia chiama odio e sangue tra l'Islam e gli infedeli. Uomini di questo mondo, figli dello stesso Dio.

Oggi sento serpeggiare la paura di doverci battere ancora una volta senza un vero perché. Non ne abbiamo voglia noi occidentali benestanti, figli del nuovo dio denaro: abbiamo troppo da perdere e pochi altri ideali per cui lottare. Eppure sono in milioni a volerlo fare, sono loro, i nemici di sempre, ex colonie occidentali, servi fino a ieri, ai quali abbiamo dapprima rubato e poi chiesto scusa, aprendo le porte a malincuore, cercando un comodo dialogo. Ostaggi di petrolio e metano al minor prezzo, abbiamo sedotto e corrotto, ma non poteva durare: l'odio si camuffa, ma non dimentica.

Gli ideali di chi ha molto da guadagnare e poco da perdere sono sempre i più forti e non sono i nostri, non adesso, non più.

Mentre si edificano moschee nella vecchia Europa forzatamente tollerante e sempre meno cristiana, i presunti estremisti islamici fremono a milioni, bruciano le chiese, uccidono, minacciano stragi. Non sono loro ad avere paura. Chi li fermerà? Sono a buon punto ormai, sono tra noi, infedeli poco osservanti.

Prevedo per gli uomini di buona volontà l'avvento di tempi duri, strascico di un conflitto che giace nella volubile, gestibile ignoranza delle masse, nato, creato nella notte del passato e mai sopito. L'odio non muore mai, si addormenta, si risveglia, si tramanda nelle memorie, si scrive velato nei libri di scuola, si diffonde a piacimento con la vecchia, nuova arma della propaganda.
 
Carlo Mariano Sartoris

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