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Quella sacra terra di sepoltura

Quando i primi coloni misero piede in America, all'inizio del XVII secolo, scoprirono una terra inesplorata, ma non per questo disabitata. La gran parte dei ricercatori è concorde nel ritenere che i nativi americani discendano da immigrati mongoli, giunti dalla Siberia attraverso lo stretto di Bering almeno trentamila anni fa. Questi popoli, che si insediarono dall'Alaska fino alla Terra del Fuoco, diedero vita a culture diverse che si svilupparono ovunque. Purtroppo conosciamo la maggior parte della storia attraverso il comportamento dell'uomo bianco nei loro confronti. Si tratta di un assurdo elenco di trattati violati, di invasioni e di annientamento. Se non fossimo giunti come conquistatori, se fossimo stati capaci di riconoscere ciò che è sconosciuto e di imparare da questo, forse ora la nostra vita avrebbe un aspetto differente. Ancora oggi in quella fascia di terra chiamata Rhode Island è possibile incontrare i discendenti della tribù Narragansett (gli "uomini del piccolo punto") e con loro percorrere quei luoghi, intuendo cosa hanno rappresentato per ciascuno di essi la storia, le usanze, i riti e le credenze religiose, parti inestimabili della preziosissima eredità di un popolo che si sentiva parte di questa Terra.
In una zona rurale nei pressi di Charlestown, tra la fauna selvatica e le aziende agricole, un sentiero nella collina conduce alle terre tribali dei Narragansett, compresa la Royal Indian Burial Ground, la regale terra di sepoltura dei Sachems (Capi) e delle famiglie della loro tribù. Si tratta di un piccolo cimitero, costituito da una semplice recinzione di forma rettangolare circondata da pini, nella quale al centro è stata deposta dal U.S. Government una lapide memoriale. Secondo la tradizione, pregare o meditare nel luogo dove sono sepolti i Sachems o gli sciamani conferisce al posto una sacralità tutta particolare. Nella pace e nel silenzio si respira la dignità di un popolo. Le forme, i disegni e i simboli delle sepolture riflettono nei sentimenti e nei valori la cultura di una civiltà e se sapremo ascoltare quello che essi hanno da dirci potremmo arricchire di nuovi significati la nostra vita.
Per i Narragansett e per le popolazioni originarie del Nord America, la vita è una manifestazione continua del Grande Spirito, origine di tutte le cose, nella quale è possibile comunicare con i regni sovrannaturali, attraverso i sogni e le visioni. Il profondo legame dei nativi con la vita e con la Madre Terra si rispecchia anche nel significato della morte, che viene accolta ed accettata come un fatto naturale. Addirittura la consapevolezza dell'arrivo della morte, può portare i membri più saggi, i Sachems, gli "uomini" o le "donne-medicina" e gli sciamani, ad isolarsi dal villaggio per poter trovare un adeguato raccoglimento nel momento del trapasso, nella coscienza che nulla di ciò che è stato creato può andare distrutto. Proprio per questa ragione, il ruolo degli spiriti degli antenati è fondamentale: esiste una profonda connessione tra la dimensione fisica e quella dei defunti. Gli animali vengono considerati come degli antenati mitici e, secondo la tradizione, sono loro che aiutano gli esseri umani a vivere. Il coyote, per esempio, viene considerato responsabile dell'arrivo della morte ed è fratello del lupo, messaggero e accompagnatore verso la Terra dei morti.
In ogni momento della vita tutti gli esseri sono testimoni di tali legami. Dagli antenati l'uomo e la donna hanno ereditato la vita, la cultura e un insieme di rituali che dovranno essere osservati e preservati al fine di vivere una corretta e felice esistenza.
 
Maria Angela Gelati

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