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PER IL CIMITERO DI ARCONATE, NEL MILANESE

Il "Rosa Spugnato" si impone ai voti

In ventisette aderiscono all'invito del sindaco. E senza esitare, si riuniscono per discutere e decidere insieme. Democraticamente. Così, la sollecita assemblea dei cittadini promuove la nuova estetica del camposanto.
Succede poco tempo fa ad Arconate, in provincia di Milano. Un comune di poco più di cinquemila anime, in cui il primo cittadino pensa bene di mettere ai voti un tema quanto mai urgente per il suo paese: il colore per il cimitero.
Per questo, in una tranquilla domenica di ottobre, i più interessati all'argomento rispondono alla convocazione per mettere a punto tinteggiature e tipi di pennelli. L'appuntamento è per le undici del mattino. Ovviamente presso il cimitero, per scegliere, con il dovuto consenso della maggioranza, il colore con cui pittare la recinzione del mesto luogo.

Dopo la democratica discussione, in cui si mettono in luce idee, si confrontano opinioni e si analizzano scrupolosamente i campioni di colore, si passa al momento più solenne, quello della sentenza popolare. Guidati dal sindaco, i partecipanti alla riunione deliberano per alzata di mano: i 280 metri del muretto saranno in rosa spugnato. A volerli così sono in tutto 14 votanti, su 27 presenti. Altri 12 gradirebbero invece un tenue avorio, una tinta un po' più neutra che però non riesce ad avere la meglio. Solo un intervenuto rivendica per quel luogo un giallo vivace, ma la sua proposta non trova alcun supporto benevolo. Tanto viene deciso, in quella serena giornata di festa di paese.

Un piccolo fatto di cronaca, che però è un buon esempio di democrazia e di estetica. In questo caso, infatti, la decisione è affidata al gusto e alla sensibilità comune: scelgono direttamente coloro che vivono nella realtà locale. Che, in definitiva, sono le persone più coinvolte, quelle che vedono ogni giorno gli stessi luoghi, gli stessi edifici, frequentano le medesime strade e incontrano le medesime persone.

Ma la lezione di Arconate porta con sé un altro significativo messaggio. Ancora una volta, i cimiteri restano luoghi per eccellenza tra gli affetti degli italiani. Il sindaco che fa decidere all'assemblea il colore del muro del camposanto conosce sicuramente il valore del suo gesto, che si ricollega all'importanza che, nella storia d'Italia, hanno avuto necropoli e catacombe, sepolcri e lapidi mortuarie. Lo stesso Mazzini, quando arrivava in una nuova località, chiedeva di visitare prima di tutto proprio il camposanto.

I dati lo confermano: nella attuale epoca storica, l'Italia rimane in vetta alla classifica dei paesi che curano le tombe di famiglia. Per questo, scegliendo oggi il colore della sacra recinzione con un atto pubblico, si compie un gesto che rientra in una grande tradizione di civiltà. Una lezione di civiltà.
 
Gianna Boetti


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