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L'ampliamento, in Veneto, di tre piccoli cimiteri

Ridisegnare gli spazi

Sandro Pittini è un giovane architetto friulano. Laureatosi presso l'Istituto Universitario di Architettura di Venezia nel 1989, dal 2003 fa parte del collegio docenti della stessa università in qualità di tutor del Dottorato di Ricerca in Composizione Architettonica. Si occupa di progettazione di edifici e di luoghi pubblici, in particolare quelli legati al tema dell'architettura sacra e degli interni. Ha partecipato a numerosi concorsi nazionali ed internazionali ottenendo lusinghieri riconoscimenti. I suoi lavori, alcuni dei quali esposti in Italia e all'estero, sono stati pubblicati su prestigiose riviste specializzate. A Sandro Pittini si deve la progettazione dell'ampliamento di tre piccoli cimiteri in Veneto.
BONISIOLO DI MOGLIANO VENETO (TV): LAVORARE NEL TEMPO

La necessità di porre precise relazioni tra le diverse funzioni pubbliche presenti sull'area, in particolare la volontà di collegare in modo diretto la chiesa parrocchiale con il cimitero, ha determinato la definizione di un nuovo percorso ciclo-pedonale in terra battuta che si adegua alla trama centuriata ancora ben evidente. A fianco del viale e in prossimità dell'area cimiteriale è previsto un nuovo parcheggio per complessivi tredici posti. All'interno del recinto cimiteriale l'intervento consiste in:
- consolidamento statico del recinto murario;
- realizzazione di due nuovi corpi ad uso loculi, ossari e servizi posti ai lati della cappella. Gli edifici si inseriscono in modo da consentire una certa autonomia delle parti, evidenziando in particolare il ruolo della facciata verso i campi di inumazione vista come una sorta di cortina muraria capace di definire il nuovo limite dello spazio interno al cimitero e di leggere il precedente muro perimetrale;
- sistemazione complessiva dell'area cimiteriale con il ridisegno dei campi di inumazione e dei vialetti valorizzandone il carattere di giardino e di area verde;
- restauro conservativo della cappella.
Lungo il lato ovest del recinto sono previsti due nuovi corpi di fabbrica posti simmetricamente a sinistra e a destra della cappella. Nell'edificio di sinistra sono ubicati 36 loculi suddivisi in tre file da dodici posti ciascuna. A destra si prevede la realizzazione di un vano ad uso magazzino e di due ambiti per ossari da 60 celle ciascuno. Le facciate dei nuovi blocchi loculi acquistano un valore fondamentale, assumendo il ruolo di schermi capaci di definire i nuovi limiti dimensionali e qualitativi dello spazio interno cimiteriale. Le loro dimensioni sono state volutamente contenute entro il limite della quota di gronda della cappella per ribadire il ruolo di unica emergenza del piccolo edificio rispetto al contesto dello spazio recintato. Il muro perimetrale viene fatto correre su tutto il perimetro esterno sovrapponendosi ai nuovi edifici e riconfermando il suo ruolo fondamentale di limite fisico dello spazio intercluso. La facciata è realizzata da strutture murarie con diverse colorazioni di inerti e successivamente sabbiate dopo un disarmo precoce. Le murature vengono ad assumere uno spessore in forza del quale e in corrispondenza dei loculi si evidenzia un notevole effetto plastico di chiaroscuro.

MARCON (VE): ARCHITETTURA E' COSTRUZIONE


Si evidenzia una forte presenza del progetto inteso come lento processo di assimilazione, una sorta di palinsesto in cui si addensano, uno sull'altro, ripensamenti, aggiustamenti e riscritture in un fluire continuo dove il fatto concreto, l'opera realizzata, altro non è che il frutto di vicende apparentemente ordinate e coerenti tra loro. All'interno del nuovo recinto cimiteriale, a causa della presenza superficiale della falda freatica, il campo di inumazione viene rialzato di ottanta centimetri. Si determina così un luogo "alto" che permette di cogliere con lo sguardo alcuni essenziali elementi del paesaggio posti oltre il limite murario: una fila di alberature, il campanile di San Giorgio, il profilo delle montagne verso nord. Questi entrano a far parte della nuova composizione giocata sul ritmo sincopato di un portico ancorato ad un solido basamento in pietra entro il quale vengono collocati i defunti. L'idea è di una architettura concreta, fondata su poche giustapposizioni di elementi costruttivi noti quali il pilastro, il muro, il basamento, la capriata con l'orditura della copertura lignea. Questa idea è coniugata con la ricerca di una architettura che intende trascendere la realtà per divenire metafisica, dove la luce e l'ombra giocano un ruolo determinante, esaltata da una scelta cromatica impostata sul contrasto: il bianco della pietra di Trani di rivestimento degli elementi verticali si contrappone al marrone scuro della tinta dell'impregnatura degli elementi in larice dell'ordito della copertura. Il campo di inumazione, in questa fase non ancora utilizzato, allude ad una sorta di piazza marginale. L'intervento costituisce il primo di una serie di lotti che andranno a completare il disegno della nuova area cimiteriale ed emana un rapporto sereno con la morte, disponendo alla riflessione piuttosto che al turbamento. In questo credo stia il valore e il senso dell'architettura: andare oltre la realtà.

DOSSON DI CASIER (TV): COMPORRE NEL PAESAGGIO


Il cimitero si colloca in prossimità del nucleo storico del paese, al limite tra l'abitato e la campagna che si apre verso nord lasciando intravedere il profilo delle montagne. L'ampliamento consiste in un nuovo recinto cimiteriale addossato all'esistente, anch'esso impostato sulla figura rettangolare. Lungo i lati nord, est ed ovest si organizza un sistema continuo di tombe ipogee, sfruttando l'innalzamento del suolo reso necessario per la presenza superficiale della falda freatica. A livello superiore una teoria ordinata di cappelle, ripetute uguali ed equidistanti, definisce il limite tra interno ed esterno. L'assenza di chiusure tra i semplici volumi conferisce all'insieme un carattere di forte relazione con il paesaggio circostante, come una sorta di giardino pensile. Le cappelle, semplicemente intonacate e rivestite con un basamento di pietra serena, hanno tre aperture: la porta di accesso verso l'area interna, una semplice feritoia verticale verso l'esterno ad inquadrare il paesaggio e un taglio sulla copertura che permette di far penetrare all'interno una lama di luce. L'organizzazione a semplici volumi iterati riprende immagini di viaggio: la "via Sacra" a Pompei, con le edicole funebri disposte linearmente, e la cinta muraria di Montereggioni presso Siena. Tra il vecchio e il nuovo cimitero si viene a determinare un viale alberato di servizio caratterizzato dalle murature cieche dei blocchi loculi del cimitero esistente e di progetto, mentre il disegno della viabilità pedonale interna prevede strette relazioni tra vecchio e nuovo cimitero. Comporre nel paesaggio vuol dire ridurre ogni gesto all'essenziale: la proporzione, il ritmo, il gioco della luce sui volumi, il dominio dell'orizzontale sono gli elementi prevalenti nella ricerca verso la corretta misura.
 
Sandro Pittini

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