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La "iena" è diventata un angelo

Nadia Toffa si è dovuta arrendere al cancro, ma la sua voglia di vivere l’ha portata a lottare fino in fondo senza mai spegnere il suo luminoso sorriso. Ed è così che la vogliamo ricordare.

A poche settimane dalla morte di Andrea Camilleri l’Italia è stata scossa da una nuova ondata di commozione per la scomparsa della giovane giornalista e conduttrice televisiva Nadia Toffa, protagonista di spicco del programma Le Iene, la trasmissione di attualità targata Mediaset che affronta temi spesso scomodi avvalendosi di uno stile irriverente e satirico.

Professionista seria e preparata dal carattere dinamico e intraprendente, Nadia Toffa, dopo varie esperienze in emittenti locali, era approdata a Le Iene nel 2009 come inviata speciale, diventando in seguito uno dei cardini del noto programma. Alcune delle sue inchieste le valsero importanti riconoscimenti, come il Premio Luchetta assegnatole per un servizio sulla pedofilia e la cittadinanza onoraria di Taranto per un reportage sull’Ilva. Al suo attivo anche alcuni libri, per uno dei quali - Quando il gioco si fa duro dedicato alla ludopatia - nel 2018 vinse il Premio Ischia di giornalismo.

Se n’è andata a soli 40 anni, dopo aver combattuto strenuamente contro un cancro al cervello. La malattia si manifestò alla fine del 2017 quando accusò un malore durante un suo soggiorno a Trieste. La situazione apparve subito seria e fu sottoposta immediatamente alle cure del caso. Le cose sembravano andare per il meglio tanto che un paio di mesi dopo parlò pubblicamente della malattia come di un episodio apparentemente superato. “Torno con i miei capelli” aveva scritto all’inizio di quest’anno su Instagram riferendosi all’imminente ritorno alla conduzione de Le Iene. Ma l’happy end è durato poco, il cancro ha avuto il sopravvento e il 13 agosto la dolce e combattiva Nadia ha dovuto suo malgrado cedere le armi.

Come era nel suo stile, da persona solare e sincera, Nadia Toffa ha condiviso la malattia sui social network aggiornando e soprattutto rassicurando periodicamente i suoi followers sulle sue condizioni. È del primo luglio l’ultimo post su Instagram che accompagna la foto che la ritrae con l’immancabile sorriso accanto alla sua cagnolina: “Io e Totò unite contro l’afa. E dalle vostre parti come va? Vi bacio tutti tutti”.
Il primo periodo del suo doloroso percorso è stato raccontato anche nel libro autobiografico Fiorire d’Inverno. Nel presentarlo sui social ha definito il cancro un dono, scatenando non poche polemiche, ma anche molti consensi. “Ecco qui Ragazzi, in questo libro vi spiego come sono riuscita a trasformare quello che tutti considerano una sfiga, il cancro, in un dono, un’occasione, una opportunità. È come riuscire a fiorire d’inverno cioè nel periodo più difficile dell’anno. La stagione più fredda quando tutti dormono, non vivono. Stanno chiusi. Aspettano. E come invece abbia scoperto che questo sia diventato il momento più speciale e unico. Una creatura, questo libro, nata nel periodo più difficile della mia vita eppure vi inonderà di gioia. Lo troverete pieno d’amore. Fiorire d’inverno perché non ho mai sospeso la vita per la malattia, per il cancro e nessuno dovrebbe farlo…”
Si sa che i social non perdonano e che gli hater (gli “odiatori”) sono sempre all’opera. Per questo, senza mai interrompere il suo rapporto diretto con il pubblico e con lo spirito di chi si oppone sempre all’ingiustizia , meno di un anno fa in una lettera al quotidiano La Repubblica Nadia Toffa scrisse: “Le persone fragili non hanno nessuno che le difende quando vengono bullizzate in rete, la mia reazione vale anche per loro. Ho sentito un dovere, un'emergenza nel rispondere perché sapevo che la popolarità avrebbe dato un'eco maggiore alla mia voce e volevo usare quest'eco per chi è lasciato da solo a fare i conti con la malattia. Come si fa ad occuparsi della malattia, propria o altrui, e sopportare anche la violenza di chi non capisce e giudica?”.

Ma più degli attacchi sono le attestazioni di solidarietà e di affetto ad aver sempre prevalso in rete per la forza nell’affrontare il suo dramma e la positività che non è mai venuta meno, diventando un simbolo di coraggio e di speranza per molti malati. Il dolore e l’incredulità della sua scomparsa sono stati condivisi sui social da migliaia di utenti e persino il presidente della Repubblica Mattarella le ha dedicato un sentito tweet.

Nadia Toffa è stata coerente con le sue idee fino all’ultimo, esprimendo il desiderio che il suo funerale fosse celebrato da don Maurizio Patriciello, il parroco con cui aveva collaborato in occasione della sua inchiesta sulla Terra dei Fuochi. E sulla bara bianca, tra il cuscino di rose altrettanto bianche, spiccava una cravatta nera, l’emblema delle Iene ma anche della dedizione al suo lavoro e del suo impegno sociale.
 
Sara Sacco


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