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Alla Certosa di Bologna

Restauri al cimitero israelitico

Approvato il progetto della Comunità Ebraica per il recupero di 89 pietre sepolcrali.

Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, in applicazione della Legge 175 del 2005, ha assegnato un finanziamento di 160.000 euro alla Comunità Ebraica di Bologna per il restauro del Cimitero Israelitico. Il progetto, coordinato dall'Architetto Daniele De Paz, prevede il restauro di 89 pietre tombali, le più interessanti dal punto di vista storico e artistico. Per tali lapidi è stata eseguita un'analisi dello stato di conservazione e sono previsti interventi di ripristino delle parti mancanti, di riposizionamento di quelle cadute e di restauro degli ornamenti.
Attualmente gli 89 sepolcri del cimitero ebraico si presentano in cattivo stato di conservazione; di conseguenza si rendono necessari interventi atti ad arrestare il processo di deterioramento degli stessi e a ripristinare, laddove possibile, situazioni di rotture, distaccamenti, dissesti o, in generale, di danneggiamenti dei sepolcri. Tra le principali cause del deterioramento dei sepolcri la crescita della vegetazione, il dissesto del terreno sottostante, l'azione degli agenti atmosferici, il distacco dalle murature di recinzione.
Si cercherà di intervenire in maniera uniforme a seconda del tipo di problema. Per molti manufatti si avrà un trattamento dei metalli arrugginiti mediante un convertitore per non alterare lo stato di fatto e al tempo stesso fermare l'azione degli agenti corrosivi; inoltre tutte le recinzioni metalliche e lapidee verranno ripristinate al fine di consentirne l'utilizzo. Per far fronte ai diversi tipi di attacchi biologici bisogna effettuare un'analisi chimica al fine di utilizzare, in base ai risultati, materiali idonei per eliminarli.
Dai sopralluoghi si è potuto classificare i danni in categorie ben distinte. Quelli maggiori si rilevano sulle lastre in marmo, che costituiscono la maggior parte dei monumenti sepolcrali. Si sono individuate lastre verticali marmoree per le quali si sono verificati fenomeni di ribaltamento, fratture o inclinazione; lastre orizzontali con fessurazioni dovute a cedimenti del terreno; dissesti dei cordoli perimetrali e distacco di rivestimenti di intonaco.
Con questo intervento si intende avviare una strategia di conoscenza e di valorizzazione del cimitero ebraico di Bologna come luogo di memoria collettiva e come bene culturale di particolare importanza: questo sito è il racconto della comunità ebraica bolognese, in un intreccio strettissimo ed originale fra architettura, scultura, natura, memorie pubbliche e private. L'Amministrazione Comunale di Bologna ed Hera hanno ben accolto l'iniziativa che corrisponde pienamente al Progetto volto alla salvaguardia, al restauro, alla qualificazione e alla promozione del cimitero comunale della Certosa. I lavori dovrebbero iniziare in primavera e finire in autunno; sono state incaricate diverse imprese di restauro che possano lavorare contemporaneamente su più sepolcri.
È comune auspicio fare seguire a questo intervento una seconda tappa che dovrebbe interessare il restauro dei muri perimetrali, la realizzazione di percorsi pedonali erbosi e il ripristino di un edificio atto ad accogliere più degnamente i riti funebri.
Per la fruizione culturale di questo spazio storico da parte di tutti i cittadini il Comune di Bologna, in collaborazione con la Comunità, realizzerà un pieghevole della collana "Arte e storia alla Certosa di Bologna" e lo inserirà nel programma di visite guidate che si svolgono regolarmente e con grande successo nel cimitero bolognese.

STORIA, CARATTERISTICHE ED EMERGENZE STORICO ARTISTICHE DEL CIMITERO EBRAICO DI BOLOGNA


Per l'ebraismo italiano non solo la sinagoga, ma anche il cimitero rappresenta uno spazio identitario molto forte, e, con il raggiungimento dei diritti civili e religiosi, una nuova forma di "visibilità", in continuo dialogo tra questioni normativo-religiose, legate alla tradizione, e scelte stilistico-formali, che tendono a fare propri gli orientamenti architettonici e decorativi del momento.
Nel corso dei secoli gli studiosi parlano di antichi cimiteri ebraici a Bologna, il più importante dei quali sarebbe stato quello cinquecentesco dell'attuale via Orfeo presso un convento di monache. Da questo cimitero deriverebbero le quattro lapidi monumentali conservate presso il Museo Civico Medievale di Bologna.
Le prime notizie sull'istituzione di un nuovo luogo di sepoltura provengono da una fonte diretta, vale a dire dalle memorie del Rabbino Marco Momigliano che ricoprì la cattedra rabbinica bolognese dal 1866 al 1896. Al momento dell'arrivo del Rabbino Momigliano, gli ebrei a Bologna erano circa 300 e necessitavano di istituzioni sia culturali che religiose. La comunità aveva urgentemente bisogno di un luogo di sepoltura, avendo fino a quel momento utilizzato, per il seppellimento dei propri defunti, il campo dei protestanti. Nel 1869 il cimitero era già in uso e sempre Momigliano si adoperò per istituire una società di Misericordia a scopo di provvedere alle spese di trasporto dei defunti poveri.
L'attuale campo ebraico, così come é visibile ora, copre una vasta area di terreno di circa 7.000 mq ed ha due entrate, una che lo collega direttamente con la Certosa, l'altra indipendente con una cancellata in ferro, verso l'esterno su via della Certosa. Nella sezione più antica, di circa 1.000 mq con circa 384 tombe, fu costruita nel 1867 anche la camera mortuaria, attualmente consistente in un solo vano, molto semplice e senza caratteristiche architettoniche, in cui si svolgono le funzioni funebri prima della sepoltura. Questa sezione ha assunto nel tempo un aspetto monumentale ed è quindi degna di considerazioni storico-artistiche rappresentando anche, attraverso le numerose lapidi, di cui molte non più leggibili in quanto deteriorate dal tempo, uno spaccato della storia della comunità dalla sua costituzione ai primi decenni del Novecento. Nella sezione intermedia, aggiunta attorno al 1930, scompaiono le tombe monumentali, e nell'ultimo recinto, annesso nel 1956, le sepolture sono costituite da semplici lastre di marmo.
Tra le tombe più importanti vanno ricordate quelle in stile liberty dello scultore Saverio Montaguti dedicata a Benedetto Zamorani, fondatore e direttore del "Resto del Carlino", le tombe monumentali delle famiglie Sanguinetti, Zabban, Padoa, le tombe dei Rabbini Momigliano e Castelbolognesi, e, nel campo intermedio, le tombe della famiglia di Attilio Muggia, importante architetto e progettista della Sinagoga del 1928, e l'edicola Finzi, pregevole esempio di architettura modernista realizzata dall'architetto Enrico De Angeli.
 
Andrea Morpurgo

IL CIMITERO EBRAICO

Al capitolo 23 del libro della Genesi troviamo narrata la morte della matriarca Sara, moglie di Abramo. Vengono raccontate le peripezie di Abramo per poter ottenere un pezzo di terreno per seppellire la moglie, luogo che diventerà in seguito, nel corso della storia, dimora e terra dei Patriarchi e delle loro mogli. La grotta di Machpelah che si trova a Hebron è il simbolo per eccellenza del cimitero ebraico, forse il primo cimitero della storia del popolo ebraico.
Infatti, nella tradizione ebraica, nonostante l'esaltazione al massimo del concetto di vita e della sua sacralità, il cimitero è considerato di altrettanta importanza. Esso è considerato una testimonianza, nel caso in cui, Dio non voglia, sparisca la presenza ebraica da una certa località. Una testimonianza della presenza passata, ma che vive attraverso il ricordo.
Nella tradizione ebraica è conosciuto con l'appellativo di Bet Ha-Chaim, "casa della vita", in quanto la concezione di cessazione totale della vita, nel pensiero ebraico, non ha alcun valore. La morte è considerata una fase della vita stessa; la conclusione di un ciclo e l'inizio di un altro. L'anima, parte spirituale dell'essere vivente, torna al suo creatore, considerato la sorgente della vita, il corpo, attraverso la sua decomposizione, si congiunge ad altri elementi della natura, tornando così a vivere sotto altre forme.
Per questo motivo, il cimitero deve non essere visto come un luogo di morte o in un certo qual senso un posto dove si possa pensare soltanto alla eterna dimora, ultima di un essere umano, bensì ad un luogo dove ci si reca per onorare i propri cari e dove assolutamente ci si raccoglie per concentrarsi sulla loro vita trascorsa ed attingere da ciò un insegnamento per la nostra vita presente e futura.
Questa è per noi ebrei la concezione della morte, ed è per questo che usiamo attribuire al cimitero una particolare importanza, considerandolo, insieme alla Sinagoga, luogo di incontro di una comunità attiva e luogo sacro per l'intera comunità.
RAV ALBERTO SERMONETA
Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Bologna

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