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Miami Funer? Un successo!

Gettate le basi per un evento destinato a diventare un riferimento nel panorama fieristico funerario internazionale.

Le cose sono andate come meglio non si poteva, per una prima edizione. Ciò grazie all’impegno di tutta la squadra Tanexpo e dei partners di Memorial International di Miami con in testa Pablo Cevallos e Christian Montes de Oca accompagnati da molti responsabili delle agenzie che Memorial -  leader nel funerario in Ecuador nonché nelle assicurazioni funerarie e nei trasporti internazionali in tutta l’America Latina - possiede in ben 14 Paesi di quell’area geografica. Un ringraziamento va inoltre a Debbie Andres, Kelly Shilling e Sandra Jeske, che hanno fornito un supporto importantissimo. Ma soprattutto vogliamo ringraziare in modo speciale i nostri sponsor Flying Home e Love Urns per il loro sostegno e il media partner Discovery Channel per aver contribuito alla diffusione di notizie e filmati sulla manifestazione.

La storia

Tutto è cominciato in una magnifica giornata del luglio 2015 al “Very British” bar dell’hotel d’Inghilterra a Roma, a due passi da piazza di Spagna. Amici con Pablo da una ventina d’anni avevamo ricevuto un messaggio con cui ci comunicava che sarebbe venuto a Roma assieme alla moglie Norma, grande amante dello shopping italico, e che forse avremmo potuto vederci come abitualmente succedeva in occasione dei suoi frequenti viaggi in Europa. Avevamo spesso parlato della possibilità di organizzare un evento fieristico orientato verso l’America Latina, in una località che non presentasse gli inconvenienti logistici ben noti a chi ha avuto a che fare con quei Paesi. Ci è subito balenata l’idea di contattare Alberto Leanza, sempre alla ricerca di nuovi progetti, e, detto fatto, ci siamo ritrovati due giorni dopo, nel cuore della capitale da cui si è irradiata quella latinità che i cugini spagnoli hanno contribuito a diffondere, dopo la scoperta fondamentale di Cristoforo Colombo, dal Messico alla Patagonia anche se spesso con i metodi non molto ortodossi (è un eufemismo!) impiegati dai Conquistadores. I legami con quelle terre si sono ancor più rafforzati dopo le ondate migratorie che hanno portato i nostri connazionali ad impiantarsi in modo massiccio in Paesi come Argentina, Brasile, Venezuela...in cui oggi la presenza dei loro discendenti è capillare nei vari settori economici ed in particolare in quello funerario: basta consultare gli organigrammi delle diverse federazioni o dei periodici specializzati per rendersene conto!
Così, benedetta dal cielo blu della capitale, è stata posta la prima pietra di quel ponte ideale tra due mondi così lontani ed allo stesso tempo così vicini. Ponte che si è concluso sotto il cielo altrettanto blu di Miami che ci ha accolti con la sua esuberanza in un periodo in cui i giovani statunitensi si lasciano andare allo “spring break” ed a tutto ciò che esso comporta, eccessi compresi, praticando così il vecchio e permissivo "semel in anno licet insanire" (una volta all'anno è lecito impazzire). 

La città più nota della Florida rappresenta un polo di attrazione maggiore ed in effetti il numero di visitatori, non solo d’America Centrale e del Sud ma anche, e ce ne rallegriamo, dall’Europa è stato più che soddisfacente. Certo, non si parla di quei numeri a cui ci ha abituati Tanexpo a Bologna ma, senza cadere in un trionfalismo ditirambico, possiamo ben dire che Miami Funer è stato un successo e che rappresenta una pietra miliare nel lungo cammino di Conference Service. Che le cose siano andate  bene lo conferma il positivo feed back degli espositori e visitatori, di almeno trenta diverse nazionalità.Tra questi ultimi abbiamo incontrato con piacere molti italiani che, desiderosi di migliorare la loro professionalità, hanno seguito con interesse tutte le conferenze ed i workshop (16 in totale) organizzati per adattarsi al modello americano di “Convention & Expo” dove autorevolissimi oratori hanno disquisito sulle problematiche e le tendenze più recenti concernenti la professione.

Gli espositori

Gli espositori, provenienti anch’essi da una trentina di Paesi, si sono, per parte loro, dichiarati tutti soddisfatti dei contatti avuti. C’è chi ha trovato un distributore e chi, udite udite!, ha addirittura venduto tutto in loco. È il caso di Francesco Pacini che, presente con una trentina di urne e sei cofani, rimpiange di non averne portate molte di più. Non vi è gratificazione maggiore di vedere, alla fine della fiera, la merce imballata con l’etichetta di destinazione indicante: Texas, Messico, Ecuador …. Mai come in questo caso il detto “la fortuna aiuta gli audaci” ha avuto la conferma della sua fondatezza! L’elenco completo delle aziende italiane espositrici a Miami vede protagoniste: Affresco, Apiemme Engineering, Ciroldi, Funarte, Kerachrom, Labor Marmo, Lubrano Design Funerario, Polimark, Preghiera, Prima Bottega, Scrigno del Cuore,Vezzani, Viv Funeral Art. Ad esse va il nostro ringraziamento per la fiducia riposta in noi con la speranza che l’aver partecipato porti loro i meritati frutti di quella intraprendenza di cui tanti altri non hanno dato prova. Consultando questa  lista si potrà osservare che vi figurano due produttori di forni crematori (cui si deve aggiungere GEM, l’azienda che pur essendo italiana fa parte di un gruppo statunitense). Considerando poi che erano presenti altre tre aziende di profilo simile non possiamo che constatare ancora una volta che in tutto il mondo la cremazione raggiunge livelli di assoluto rilievo.

Un altro indice di apprezzamento viene dal fatto che molti espositori chiedono già di sapere se l’evento si ripeterà per assumere una cadenza regolare com’è il caso con Tanexpo. Gli organizzatori hanno ora il tempo di stilare con calma, passata la frenesia dei giorni scorsi, un bilancio dell’evento e di predisporre, ove necessario, le eventuali misure correttive atte a migliorare ogni aspetto.
Non dimentichiamo che si è operato, per la prima volta sottolineiamolo, in un contesto totalmente nuovo da tutti i punti di vista che ha dovuto far fronte a circostanze del tutto inedite: spedizioni internazionali, operazioni di sdoganamento, nuovi fornitori, diverse procedure di allestimento, leggi sul lavoro, lingua, consuetudini... con risultati decisamente all'altezza della situazione. Lasciamo Miami con la consapevolezza di un lavoro ben fatto e la soddisfazione per il successo dei nostri espositori.

La scelta di far svolgere l’evento a Miami è stata sicuramente vincente. La città, che conosciamo da molti anni, è in continua trasformazione. Da South Beach a Little Habana, da Coconut Grove a Coral Gables è tutta un cantiere che vede sorgere nuovi centri di aggregazione, dove sino a poco tempo fa c’erano solo terreni abbandonati. Sono così nate dal nulla Brickell, nuovo quartiere degli affari, il Design District, centro d’arte e di cultura sulla falsariga dell’ Art Basel o ancora lo stupefacente Wynwood Art District, espressione massima della Street Art. Oseremmo quasi affermare che c’è un parallelismo tra questo fervore di idee creative così evidente a Miami ed il laboratorio di idee che sottende le realizzazioni di Tanexpo…
E non finisce qui...”Ad Maiora!”.
 
Il Viaggiatore


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