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KOINÈ 2005

Arte sacra, arredi, progetti di nuovi luoghi di culto realizzati dai nomi più prestigiosi dell'architettura moderna. Il meglio della produzione italiana e internazionale del settore sarà in mostra a Vicenza dal 16 al 19 aprile, in occasione di KOINÈ, la rassegna di arredi liturgici e componenti per l'edilizia del culto, giunta all'undicesima edizione e diventata, ormai, un importante punto di riferimento internazionale.

 

Un'area espositiva di 12.000 metri quadrati e 230 espositori offriranno agli oltre 6.000 visitatori una anteprima su tutte le novità espresse in questo campo: presepi, vetreria, articoli natalizi, sculture in legno, confessionali, mosaici. Senza dimenticare le più moderne tecnologie: impianti per l'illuminazione o il riscaldamento delle chiese, oltre che per la sorveglianza. Argomento, quest'ultimo, di strettissima attualità: negli ultimi trent'anni, secondo dati Eurispes, si sono verificati quasi quarantamila furti di beni culturali - e di questi ben quindicimila da chiese - con un giro d'affari stimato dagli esperti in più di un miliardo di euro.

 

La tradizione artigiana è elemento distintivo della produzione artistica italiana. L'artigianato artistico religioso, ancor più connotato dal territorio e dalle tradizioni locali, è l'espressione di un popolo e del suo anelito spirituale. Affreschi e restauri, vetrate artistiche, arte musiva, porcellane e soggetti sacri della tradizione napoletana, arte presepiale, pregiati tessuti e metalli preziosi, sono alcuni degli articoli esclusivi presentati dalle botteghe artigiane che si rivolgono ai visitatori di KOINÈ 2005 rinnovando loro l'invito a non cedere all'omologazione. Gli espositori della rassegna, fatta eccezione per gli specialisti nell'architettura e nell'adeguamento degli edifici di culto, sono piccole aziende provenienti da territori naturalmente vocati all'artigianato artistico e che bene rappresentano la produzione italiana nelle sue molteplici declinazioni.

 

KOINÈ è anche ricerca. La manifestazione si è sempre distinta per il felice connubio tra vetrina espositiva e momento di riflessione, dibattito e approfondimento culturale su temi legati agli oggetti per uso liturgico, all'adeguamento degli spazi celebrativi, alla progettazione di nuovi luoghi di culto.

Tema monografico del 2005 è "la casula", già affrontato in una delle prime edizioni della rassegna. L'iniziativa ha riscosso enorme successo ed ha dato un forte impulso al rinnovamento della produzione di abiti liturgici, uno dei segmenti di mercato più significativi. Privi da sempre di riferimenti nel campo della liturgia e di rapporti di scambio con le figure dotate di capacità innovativa nella creazione di nuovi modelli e nell'arte tessile, i produttori di paramenti possono trovare nell'evento un importante momento di incontro con i designer ed i liturgisti per avviare una stagione di profondo rinnovamento, come già è avvenuto nell'architettura e nella musica sacra. La mostra sulla casula è articolata in diverse sezioni: uno spazio centrale è destinato al concorso a cui parteciperanno - oltre che le scuole - i più affermati artisti tessili italiani con manufatti interamente tessuti a mano; l'itinerario della mostra si sviluppa in altri spazi in cui le scuole d'arte tessile lavoreranno sulla progettazione del tessuto e sulla ricerca dei filati, mentre i produttori di abiti liturgici si cimenteranno con nuovi modelli, diversi da quelli che appaiono nei patinati cataloghi. All'area fuori concorso è stata anche invitata una fashion designer, NANNI STRADA, conosciuta nel mondo della moda e del design per la sua più che trentennale ricerca sulla modularità dell'abito. La casula progettata da NANNI STRADA è composta da due strati di tessuto sovrapposti: la parte interna, nascosta, è realizzata in tessuto monomaterico, prezioso, un materiale vibrante dall'aspetto metallico, ottenuto per laminatura. La parte esterna è invece realizzata in tessuto dall'immagine materico-minimalista e in fibra naturale. La superficie è decorata da motivi a scansione geometrica tagliati al laser, che consentono di intravedere la sottostante superficie lucente. Il linguaggio del colore, in stretta relazione con la materia, è legato alla temporalità del calendario liturgico. Il doppio strato della veste consente di variare il colore della parte sottostante adattandolo ai vari periodi e agli eventi dell'anno. Nel progetto viene abbandonata ogni valenza di teatralità: non più un abito come dichiarazione di ruolo, ma tessuti e forme portatori di un messaggio forte, la veste diventa icona della nuova spiritualità.

In KOINÈ non è coinvolto solo chi progetta il tessuto o confeziona l'abito liturgico, ma anche chi lo indossa, il sacerdote, che rappresenta quindi il punto di riferimento privilegiato.

"La bellezza e la nobiltà delle vesti - afferma Mons. Giancarlo Santi, Presidente del Comitato Scientifico di KOINÈ e Direttore dell'Ufficio Nazionale Beni Culturali Ecclesiastici della Conferenza Episcopale Italiana - devono essere cercate e poste in risalto più nella forma e nella materia che nella ricchezza dell'ornato. Non sono più accettabili la stanca ripetizione di iconografie scontate (monogrammi, croci, calici) ed il ricorso ad elementi inseriti (i cosiddetti "stoloni") che rappresentano ulteriori decurtazioni praticistiche di una veste nobile già di per sé essenziale. Ne derivano ampie possibilità creative che, nella scelta dei tessuti e nel taglio della forma, potranno spaziare a più lungo raggio: oltre alle stoffe tradizionali, si potranno usare, infatti, altre fibre naturali o artificiali, purché rispondenti alla dignità dell'azione liturgica".

Altri appuntamenti interessanti di KOINÈ 2005 l'area laboratorio dedicata al vetro ("dalla materia prima all'opera d'arte") ed un ricco programma di convegni. Oltre a quello sulla casula ("La casula tra innovazione e tradizione"), previsti incontri su "Progetti di nuove chiese", "L'adeguamento degli spazi celebrativi", "L'illuminazione delle chiese antiche", "Il riscaldamento dei luoghi di culto".

 

 
Roberta Balboni

Desidero porgere a tutti i partecipanti all'undicesima edizione di KOINÈ, rassegna di arredi, oggetti liturgici e componenti per l'edilizia di culto, il mio saluto e agli organizzatori il mio ringraziamento per una manifestazione importante a livello internazionale.

Proporre una iniziativa del genere costituisce per tutti, operatori del settore, esperti di liturgia, preti, fedeli interessati, un'occasione non solo per incontrarsi e confrontarsi sulla produzione di arredi ed oggetti liturgici, ma prima ancora per riflettere e dialogare sulla liturgia e le sue espressioni, come testimonia la lodevole scelta di caratterizzare ogni edizione di KOINÈ con un tema monografico.

 

La liturgia, infatti, non può essere ridotta a riti, regole, norme, ma va intesa innanzitutto come realtà spazio-temporale dove Dio e l'uomo si incontrano e dialogano grazie ad una semiotica ed un simbolismo consolidatisi ed arricchitisi nel tempo. La liturgia, allora, richiede la maturazione di una spiritualità liturgica, che precede e sostiene i segni ed i simboli, e la consapevolezza che, pur essendo chiamata a riformarsi continuamente, essa non può essere "personalizzata" bensì servita, con l'apporto intelligente e prudente di una creatività umana, preoccupata di far comprendere il linguaggio liturgico senza stravolgerne il significato profondo e l'equilibrio creatosi nel tempo.

 

Mi auguro che KOINÈ riesca a comunicare questo messaggio, necessario per far sì che la liturgia continui ad essere "fonte e culmine" della vita cristiana come ben evidenzia la costituzione conciliare "Sacrosanctum concilium".

+ Cesare Nosiglia, arcivescovo

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