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I Boschi della Memoria

Riposare all'ombra di un pino

O di un faggio, di un acero, di un ulivo… L’importante è che sia un rigoglioso e rilassante angolo di verde tutto per noi o per i nostri cari. Sta nascendo in Europa una nuova tendenza, dal sapore antico, quella dei boschi della memoria, profondamente diversi nella loro filosofia dai giardini della memoria atti alla dispersione delle ceneri. Qui infatti non si viene per disperdere, ma per seppellire, per interrare un’urna cineraria ai piedi di un albero che rimarrà per sempre a vegliare sui resti della persona scomparsa.
Un esempio di questo affascinante modello di cimitero nel verde si trova in Francia, sulle rive del fiume Bono, vicino ad Auray, nella regione del Morbihan, in Bretagna. È stato creato nel 1998 da Lionel Le Maguer e accoglie attualmente 400 anime su 45 ettari di terreno. È un luogo magico, di pace, in cui possiamo scorgere una donna con le mani sporche di terra intenta ad estirpare le erbacce ai piedi dell’albero dove ha seppellito le ceneri della madre. O una nonna con i propri nipotini che pianta un fiore preso dal giardino della bisnonna che ora giace qui; insieme appendono poi ad un ramo uno scacciapensieri fatto di pigne decorate con perline e si fermano ad ammirarlo mentre il vento ne diffonde il dolce tintinnio. C’è chi fuma una sigaretta su una panchina ricordando un caro amico e chi, le mani appoggiate contro una grande quercia, cerca un contatto per scacciare la malinconia. Ogni albero è personalizzabile, proprio come una tomba: vi si può apporre una placca, incidere qualcosa sulla corteccia, piantarvi intorno fiori, appendere ai suoi rami messaggi o oggetti. È un luogo laico dove ciascuno può esprimere come meglio crede i propri sentimenti di fede con piccoli simboli religiosi: un Buddha in miniatura sta seduto su qualche ciottolo ai piedi di un albero, qualche santo fa la sua apparizione sotto altri arbusti.
Identica concezione per il sito tedesco di Ruheberg, letteralmente “la montagna del riposo”, un bosco che ospita urne seppellite tra gli alberi della Foresta Nera, a 1.136 metri di altezza. Il progetto è nato nel 2006: è stato il primo in Germania ed è gestito direttamente dalla comunità di Oberried, il paese sul cui territorio si trova. Sul sito internet una cartina interattiva permette di vedere gli alberi disponibili: si consiglia una passeggiata tra i boschi per scegliere davvero quello giusto e il Comune organizza regolarmente visite guidate gratuite. Qui è possibile acquistare un albero “individuale” o uno “familiare” per riposare un giorno tutti insieme, “lontani dal caos dei tempi moderni, immersi nel silenzio sublime delle montagne”. Online vi è una pagina, “il libro del ricordo”, dove per ogni persona che giace a Ruheberg è disponibile uno spazio per inserire una immagine o per lasciare un messaggio di commemorazione o di condoglianze.
Più “datato”, risale al 1874, e più vicino al concetto di cimitero tradizionale se non altro per il fatto che vi si trovano anche inumazioni e non solo urne cinerarie, è il cimitero di Westerveld, nei Paesi Bassi, di proprietà del grande gruppo Facultatieve Technologies. Qui troviamo colombari e tombe immersi in uno splendido parco di 30 ettari, costellato di radure, di boschetti e di laghetti tra i quali trovare sollievo al proprio dolore. Un luogo incantato dove è anche piacevole semplicemente passeggiare o fermarsi a pensare o a leggere e dove persino i giovani trovano la tranquillità necessaria per applicarsi allo studio. La struttura è più “organizzata”, dotata di un delizioso caffè e di un ristorante, di sale per il commiato, nonché di un forno crematorio (il primo del Paese) per offrire ai propri clienti un servizio completo e naturalmente di altissimo livello, curato nei minimi dettagli, dalla scelta delle musiche per la cerimonia alla decorazione degli spazi che ospiteranno la stessa. Le parole d’ordine sono “personalizzazione” e “libertà nella scelta”, che si tratti dei colombari, dei mausolei, che si trovano disseminati nel parco, o delle inumazioni. Per queste ultime è possibile scegliere l’orientamento del corpo rispetto alla latitudine per il posizionamento, valutazione che si rivela fondamentale per alcuni culti quali quello cinese del Feng Shui.
Questi tre casi sono tanto più interessanti quanto più va diffondendosi la scelta della cremazione che pone la questione del luogo di conservazione delle ceneri. Per chi cerca una alternativa alle classiche cellette in cimitero spesso la scelta ricade sull’affido a un familiare o sulla dispersione. Entrambe le opzioni pongono non pochi problemi dal punto di vista della “trasmissione” della memoria del defunto e della possibilità da parte di chiunque di avere un luogo dove commemorarlo. Per l’elaborazione del lutto è fondamentale avere un posto dove potersi recare per ricordare, per celebrare e per prendersi cura della persona cara: ciò può diventare estremamente complicato nel caso dell’affido per chi non ne sia affidatario, e comunque legato al libero arbitrio di quest’ultimo, o addirittura impossibile nel caso della dispersione. Il ricordo della persona, non avendo un luogo fisico che la rappresenti, rischia di affievolirsi con il passare del tempo e con il susseguirsi delle generazioni che potrebbero trovarsi di fronte al fatto di dover conservare le ceneri di un antenato mai conosciuto o, peggio ancora, a non aver più traccia tangibile di chi è venuto prima di loro. In questi luoghi si riprende quindi l’idea della sepoltura tradizionale per quanto riguarda la “fisicità” del ricordo, ma con una veste nuova che contrappone al cimitero visto come luogo tetro, associato unicamente al dolore, un spazio carico di linfa vitale. Sono zone franche dove trovare qualcuno e ritrovare se stessi, per rendere ai nostri cari l’omaggio più bello, quello di un ricordo che li farà vivere per sempre.
 
Nara Stefanelli


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