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G.F.M. IMBOTTITURE...
ovvero, attenti a quei due!

I due "Gian Franco", Viarengo e Merlotto, i titolari dell'azienda, hanno molte energie da spendere, grinta e voglia di migliorare, anche se di progressi ne hanno già fatti molti, soprattutto negli ultimi tre anni: uno per tutti, il raddoppio del fatturato.

La sede della G.F.M. IMBOTTITURE snc a Montegrosso d'Asti è di 1200 mq, sostituisce il piccolo locale di Asti dove, 15 anni fa, era nata l'azienda che oggi ha 17 dipendenti, quasi tutte donne, sette rappresentanti in tutta Italia, tre concessionari all'estero (Francia, Germania e Svizzera) e produce esclusivamente imbottiture per cofani funebri e veli coprisalma.

Qui si tagliano tessuti pregiati, si cuciono, si uniscono al cartone ed all'imbottitura, si aggiungono cuscini di ovatta, quelli utilizzati nelle migliori tradizioni salottiere, e poi i veli anche personalizzati; infine si confezionano e si spediscono al cliente. Con gli oltre trecentomila metri quadri di stoffa lavorata ogni anno, potreste stendere un morbido tappeto sull'autostrada che da Asti porta alla Costa Azzurra.

Come nasce la G.F.M.?
"Il mio cognome, spiega Gian Franco Viarengo, è tradizionalmente collegato al settore funebre astigiano. Da bambino mi capitava spesso di essere scambiato per qualcuno del settore, perciò pensai che sarei stato facilitato se avessi intrapreso un mestiere attinente.
Scherzi a parte, mio padre era collegato al settore, e amici suoi mi consigliarono di provare a produrre imbottiture. Acquistai quattro macchine da cucire, misi un camice e cominciai a lavorare. Credevo di aver sbagliato tutto, la prima imbottitura, mi creda, era orrenda, il prodotto allora era sicuramente il peggiore del mercato, poi la svolta e negli ultimi sei, sette anni, le fatiche e i tentativi di perfezionamento sono stati ripagati e l'azienda ha avuto, da allora, una crescita costante".
Tre anni fa è entrato in società Gianfranco Merlotto, che proviene dalla grande distribuzione ed ha acquisito importanti esperienze nel settore commerciale, delle vendite e del marketing. "Tutto iniziò su invito dell'amico Viarengo che mi propose di aiutarlo ad intrattener la clientela durante uno showroom. L'esperienza fu curiosa quanto interessante per entrambi, e diede il la ad una seria proposta di collaborazione societaria. Decidemmo quindi di unire quelle forze che spendevamo in settori diversi, ma che erano comunque finalizzate a perseguire gli stessi obiettivi. Obiettivi nei quali crediamo tuttora e che sono alla base dei nostri sforzi quotidiani. Abbiamo fatto la scelta di rivolgere la nostra produzione ad un target di imprese che amano lavorare con prodotti di qualità, perché crediamo che in futuro si giungerà ad un sempre maggiore utilizzo di tale prodotto, anche perché è necessario che l'impresario possa diversificare la proposta garantendo al proprio cliente la soddisfazione del prodotto abbinato alla propria professionalità.
Siamo giunti ad una produzione di tutto rispetto con oltre quarantamila imbottiture all'anno, sfiorando una percentuale dell'8% del mercato globale. Se consideriamo il segmento dell'imbottitura con supporto di cartone fustellato, unico genere di imbottitura da noi prodotto, la percentuale sale a circa il 20%. Un risultato di tutto rispetto che ci invoglia sempre più a proseguire nella direzione intrapresa."

E' auspicabile per i produttori, una apertura al pubblico delle fiere del settore funerario?
"Auspicabile sì, ma ci sono molti ostacoli da aggirare per poter intraprendere iniziative del genere.
D'altronde non stiamo parlando di un Motor Show per il quale la gente si sposta di centinaia di chilometri, ma parliamo di un argomento che nella cultura della maggior parte delle persone è vissuto come un rifiuto. Non credo quindi che ci possano essere una affluenza ed un interesse tali da giustificare l'apertura al pubblico di una fiera anche se per noi produttori sarebbe efficace far conoscere il nostro prodotto a coloro che effettivamente in un momento di necessità, operano una scelta piuttosto che un'altra".

Avete mai fatto pubblicità su riviste non del settore?
"No, perché il nostro interlocutore è l'impresario di pompe funebri, pertanto non c'è la possibilità di trasmettere quanto produciamo direttamente alla gente. Trovo però interessante l'opportunità di utilizzare spazi su riviste anche non di settore per una corretta informazione al cliente circa le differenze che, per esempio, esistono tra una impresa che opera secondo criteri di qualità ed una impresa che ha optato per scelte diverse. Altrettanto interessante trovo che la gente comune possa prendere visione di quali opportunità i produttori di settore abbiano riservato per il mercato. Credo sia inoltre importante sfatare preconcetti come quello della cremazione; molte persone, infatti, ritengono erroneamente che, in tale occasione, non venga utilizzato il cofano, altri che la cremazione sia per forza sinonimo di funerale economico, dimenticando che l'importanza sta nella cerimonia funebre e non nella destinazione del cofano".

Quali nuovi prodotti lancerete in futuro?
"Abbiamo in cantiere novità per il 2001 quali l'utilizzo di un raso prodotto con un trattamento speciale che permetterà di ottenere minori stropicciature nel tessuto e garantendo un tocco di qualità sempre maggiore. Stiamo valutando inoltre altri modelli da inserire nel mercato. D'altronde, non si può fare diversamente se si vuole mantenere il vantaggio acquisito nei confronti di alcune aziende che hanno deciso di farsi trainare evitando di utilizzare le proprie risorse per conseguire miglioramenti".
 
Marina Piantoni

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