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A Valencia, dal 22 al 24 maggio

Funermostra 2013 1/2

La dodicesima edizione di Funermostra ha avuto luogo anche quest’anno nel quartiere fieristico di Valencia. Belle e funzionali, le strutture espositive, situate a pochi chilometri dal centro della città, si distinguono per le ardite forme architettoniche. Esse sono gestite da un Ente che è la più vecchia istituzione fieristica della nazione spagnola. Vi si tengono parecchie decine di esposizioni tra le quali, con cadenza normalmente biennale (pur se vi sono state in passato alcune eccezioni), il tradizionale appuntamento della funeraria iberica sapientemente organizzato da Beatriz Colom, validamente spalleggiata da Ernestina Lafarga e da Belen Rios. Tutti sanno che la Spagna, così come molti altri Paesi europei (soprattutto del sud del continente), soffrono per una crisi l’uscita dalla quale sembra ancora lontana. Il tasso di disoccupazione è altissimo, il mercato immobiliare in piena crisi (le offerte che si vedono presso le agenzie – quelle che ancora non hanno chiuso – sono da capogiro per la convenienza del rapporto qualità/prezzo: mediamente meno di 1000 euro a mq!) e l’economia in generale marcia al rallentatore. Molte famiglie vivono, come ci è stato riferito, grazie ai redditi pensionistici dei nonni che quantomeno assicurano il vitto a figli e nipoti. Lo spirito di solidarietà familiare, tipico dei paesi meridionali, gioca pienamente il proprio ruolo di ammortizzatore sociale. Chi ha conosciuto, ed è il caso nostro, la Spagna degli anni ruggenti, ha visto il paesaggio urbano modificarsi in tempi rapidissimi al punto che alcune città hanno cambiato completamente la propria fisionomia. Valencia è un caso tipico. La città sonnacchiosa che conoscevamo alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso si è trasformata in un centro commerciale e culturale di prim’ordine. Mentre allora il momento principale, che rimane importantissimo anche oggi, era la festa in onore di San Giuseppe, “las Fallas”, in seguito altri avvenimenti hanno marcato della loro impronta la vita cittadina. Pensiamo in particolare all’America’s Cup di vela ed al Gran Premio di Formula 1, oggi scomparso a causa della crisi. Del resto è stato proprio in tale ambiente euforico (non dimentichiamo che a livello nazionale c’era stata l’Olimpiade di Barcellona nel 1992 e l’Expo Universale di Siviglia nello stesso anno) che la città si è trasformata, adornandosi di veri capolavori architettonici come il ponte di Calatrava (il mondialmente noto architetto nativo di Benimamet, il quartiere adiacente la fiera al quale siamo personalmente molto legati), autore anche della Città delle Arti e delle Scienze creata sul vecchio letto, ora spostato, del fiume Turia. Las Fallas hanno luogo nel mese di marzo, nei cinque giorni che precedono la festa di San Giuseppe. Ogni quartiere lavora tutto l’anno raccogliendo fondi nei modi più svariati per produrre, grazie alla collaborazione di artisti, artigiani, scultori e pittori, dei monumenti di legno, polistirolo, cera, cartone e “papier maché” che si ispirano a fatti e personaggi d’attualità.
Fuochi d’artificio e botti si susseguono lungo tutto il corso della giornata (ed anche della notte). Si inizia al mattino alle 8 con la “despertà” (la sveglia). Bande di ottoni convergono verso il centro città in provenienza dai diversi rioni. Alle 14, poi, ha luogo la “mascletà”, uno sbarramento di fuochi d’artificio. Il più importante è ovviamente quello della piazza del Municipio. I maestri pirotecnici competono aspramente per avere l’onore di essere incaricati, il 19 marzo, della mascletà finale. Ci dicono che quest’anno las fallas sono state più animate del solito. Un modo, forse, per reagire alle difficoltà del momento spedendole temporaneamente all’oblio nel vortice dei festeggiamenti.
Altro fattore che contribuisce a rendere la vita meno triste è quello climatico. La capitale levantina gode di una luminosità tutta particolare e di un clima mitissimo. Aprire al mattino la finestra e veder davanti a sé le colline circostanti che si rischiarano ai primi raggi di sole e, più in là, il mare che invia bagliori per il riverbero delle onde, ti permette di iniziare la giornata col piede giusto. Soprattutto in anni come quello che stiamo vivendo in cui una primavera (?!) marcia la fa da padrona da un pezzo non solo a Parigi, il che potrebbe essere comprensibile, ma anche in Italia, il che lo è molto meno. Tanto più, quindi, abbiamo apprezzato le belle giornate che la città ci ha regalato con in più, ciliegina sopra la torta per noi triestini, un venticello da riempire di gioia anche i cuori meno sensibili.
Per ragioni di calendario non avevamo potuto partecipare all’ultima edizione di Funermostra nel 2011. Una sventurata concomitanza di date aveva portato alla sovrapposizione di tre eventi: l’appuntamento spagnolo, per l’appunto, nonché Necroexpo a Kielce, in Polonia, e la NFE di Stoneleigh, nel Regno Unito. L’équipe di Tanexpo si era perciò divisa in tre e noi eravamo andati a Kielce. Bene ha fatto quindi l’amica Beatriz ad anticipare la sua fiera di un paio di settimane. Le altre due rimangono peraltro nelle stesse date (dal 7 al 9 giugno), per cui noi andremo di nuovo in Polonia ed altri si recheranno nella bella campagna inglese.
Diciamo subito che rispetto alle edizioni precedenti ci è parso di notare un qualche fermento a livello di espositori e di visitatori. Con i tempi che corrono ci si poteva aspettare di peggio. Il tratto più importante, quello che ha caratterizzato l’esposizione di quest’anno, è la ricerca in tema di urne. Essa corrisponde ad un mercato che in Spagna è in piena espansione e che dovrebbe non tardare ad esserlo anche in Italia per poco che la normativa non lo impedisca. In tale contesto salutiamo l’intervento di Gianni Gibellini, presente in Spagna non solo come imprenditore (sua è la bellissima Terracielo Funeral Home in quel di Modena), ma soprattutto come Presidente di EFI (Eccellenza Funeraria Italiana), associazione che, voluta dai suoi quattro creatori (in stretto ordine alfabetico: Leonardo Brunori, Alcide Cerato, Gianni Gibellini ed Alessio Salvato), ha rapidamente riscosso un successo incontestabile. Esso si è tradotto in un numero molto importante di aderenti, sedotti dalla battaglia che EFI ha iniziato in vista di una definitiva modernizzazione della professione in Italia. Tra gli obiettivi chiaramente definiti vi sono la possibilità di creare cimiteri privati, di costruire forni crematori anche al di fuori dei cimiteri e la possibilità di praticare i trattamenti conservativi (tanatoprassi). Il percorso sarà lungo e seminato di ostacoli che le forze conservatrici e reazionarie porranno ove possibile più per tutelare i propri interessi spiccioli che non il bene dei cittadini.
Gli stand più importanti sono stati quelli dei tre attori principali del mercato iberico, Funespaña, Interfuneraria e Memora (in ordine alfabetico). Accanto ad essi quelli di Hygeco España, del gigante olandese Facultatieve Tecnologies, del Gruppo Vezzani, con il suo distributore Cesmar, e dei carrozzieri Bergadana, Indusauto e via dicendo. Tra gli italiani si sono distinti il già citato Gruppo Vezzani, sempre all’avanguardia per ciò che riguarda non solo i prodotti tradizionali in bronzo, ma anche con tutta la gamma di equipaggiamenti e di igiene funeraria proposta dalla Ceabis che del gruppo fa parte.
[continua]


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