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Carmelo Pezzino
Alcune lettere ricevute in redazione avevano per oggetto, fra altri temi, la richiesta di chiarimenti sulla posizione della Chiesa Cattolica in merito alla celebrazione delle esequie all’interno delle strutture per il commiato esistenti nel nostro Paese. Di conseguenza abbiamo ritenuto interessante sondare lo stato dell’arte su quali siano le consuetudini più diffuse presso le più importanti Case Funerarie e verificare se esistano in qualche zona d’Italia indicazioni precise al riguardo espresse dalle autorità ecclesiastiche. Il risultato della nostra ricerca evidenzia quanto avevamo sempre ritenuto dovesse essere l’atteggiamento più logico: la Casa Funeraria mai si sostituisce alla parrocchia del defunto nella celebrazione del funerale, ma offre alla famiglia dello scomparso e ai sacerdoti cui essa fa riferimento ulteriori opportunità di vivere, in presenza del feretro ancora aperto, momenti rituali quali la veglia di preghiera o la recita del Santo Rosario e di impartire una benedizione all’atto della chiusura della bara. In tal senso si è espresso anche l’Arcivescovo di Modena, Monsignor Antonio Lanfranchi, in una direttiva, emanata lo scorso mese di giugno, nella quale fa esplicito riferimento al sussidio pastorale per la celebrazione delle esequie, “Proclamiamo la tua resurrezione”, edito nel 2007 a cura della Commissione per la Liturgia della Conferenza Episcopale Italiana. L’alto prelato ha richiamato la necessità, salvo eccezionali deroghe concesse dall’Ordinario diocesano, che il funerale venga celebrato in luoghi consacrati che siano chiaramente segni del radunarsi della comunità cristiana e che non vengano utilizzati anche per riti laici o non cattolici, sottolineando inoltre il profondo significato di comunione ecclesiale che, laddove è ancora possibile svolgerla, riveste la processione che accompagna il defunto alla chiesa e al cimitero: “È la Chiesa che conduce i propri figli fin sulla soglia dell’eternità”.
Sempre per rispondere pubblicamente ad alcune sollecitazioni pervenute da diversi lettori, riteniamo quanto meno ingeneroso il giudizio, espresso da più parti, secondo il quale Assocofani si relazionerebbe con gli Operatori Funerari, tramite le riviste di settore, solo quando deve annunciare e giustificare aumenti sui listini proposti dalle aziende associate. Chi ci legge con assiduità non può non ricordare l’intensa e proficua attività svolta dall’Associazione sui fronti delle normative nazionali e locali, della coesione e del dialogo con tutte le espressioni del comparto, della rappresentatività del sistema ai più alti livelli istituzionali. Tutto ciò sempre mantenendo elevato l’impegno ad affermare il cofano funebre italiano valorizzandone un livello tecnico ed estetico in piena sintonia con i valori etici e sociali propri della nostra cultura e della nostra tradizione. Anche in tema di sostenibilità ambientale Assocofani ha dimostrato grande sensibilità non solo attraverso i considerevoli investimenti effettuati dai propri iscritti per limitare le emissioni in atmosfera, ma soprattutto attraverso il costante miglioramento delle tecniche di verniciatura. Recenti studi, i cui risultati saranno resi noti a breve, hanno inequivocabilmente dimostrato la maggiore ecologicità del legno massiccio rispetto ai materiali cosiddetti alternativi che una informazione alquanto approssimativa era solita presentare come più rispondenti alla tutela dell’ambiente.
Buona lettura a tutti!
 
Carmelo Pezzino


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