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Qual è l'impresa funebre ideale?

una curiosa palestra per chi vuole mettere le brache al mondo

Si arricchisce la fiera delle stupidaggini

Crediamo sia naturale il dibattito che si è acceso sui possibili sviluppi dell'imprenditoria funebre. Siamo nel pieno di una grande evoluzione della normativa che regolamenta il settore e, quindi, è legittimo che ognuno si domandi quale direzione imboccare. Desta più di una perplessità la pretesa di qualcuno che, forse per piazzare meglio i propri prodotti, non si astiene dal dare, più o meno cervelloticamente, patenti e voti ad ogni "tipologia di impresa".
Un tempo lo slogan "piccolo e bello" imperversava. Oggi le mode sono cambiate, evidentemente, ed il piccolo sta diventando sempre più ingombrante e … non solo non è più "bello", ma non rappresenta neppure la vera e propria impresa funebre perché "l'unico strumento in possesso di queste agenzie è il catalogo e l'unico mezzo per esistere sul mercato è la ricerca del cliente anche con mezzi non del tutto leciti o addirittura illeciti. Anche questo è un modo di vendere, ma non si possono certo considerare questi operatori come imprenditori e quindi impresari funebri veri e propri".
Sono affermazioni che si commentano da sole. Non siamo, però, meravigliati più di tanto. Qualche effetto negativo della Legge Basaglia si registra anche sulle questioni della Funeraria. Di tutto ha bisogno oggi l'imprenditoria funebre, ma sicuramente non di queste sciocchezze, offensive per il buon senso e per i tanti operatori che svolgono la loro attività a Roma, Milano, Torino, Bologna, Treviso, Bari, e in tante altre città ed in numerosissime realtà territoriali e regionali.
Meraviglia, invece, che queste tesi siano ospitate da Feniof, nel suo l'Informatore. Consideriamo molto grave che si possa anche solo veicolare l'opinione che i piccoli operatori funebri siano gli "untori" di manzoniana memoria, veri responsabili dei mali del settore. Evidentemente, beata sincerità, le tesi avanzate da questa Organizzazione in varie Regioni sui requisiti necessari per esercitare l'attività funebre (obbligatorietà di quattro necrofori, carro funebre e autorimessa) traggono origine dalla convinzione che il piccolo è "brutto e cattivo".
Gli operatori che ci hanno sottoposto questo problema hanno espresso tutta la loro indignazione e la volontà di reagire energicamente. Per parte nostra vogliamo osservare che il livello di regolarità dei servizi funebri svolti tramite organizzazioni complesse quali i centri-servizi o i consorzi è molto elevato, forse molto più elevato di quelli svolti da tante cosiddette "imprese vere e proprie", con un rispetto per i dolenti che non ha nulla da invidiare a quello di altri operatori.
L'evoluzione e lo sviluppo del settore, pur necessaria ed alla quale lavoriamo dalla nostra costituzione, non passa certo da queste sciocchezze! Una sola conclusione: meditate, gente… meditate!!!
 
Giovanni Caciolli
Segretario Generale Federcofit

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