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I cinquant'anni di SCACF

"Un grande sogno inizia al tempo di un respiro"

Abbiamo avuto la fortuna di incontrare clienti che ci hanno trattato da partner e con i quali abbiamo stretto rapporti di forte amicizia. A loro, ai nostri fornitori, ai nostri collaboratori e dipendenti dobbiamo dire grazie per aver reso Scacf quella che è oggi. Pensando alla loro professionalità guardiamo con fiducia anche al futuro.
Con queste parole Renato Sgoluppi e Armando Pecorari sintetizzano il proprio stato d’animo alla vigilia del cinquantesimo anniversario dell’azienda di San Giustino.

Entrando nella nuova e moderna sede di Scacf si respira subito l’orgoglio di essere arrivati a compiere 50 anni di attività in grande forma! È un sentimento che trae origine dalla consapevolezza aver creato l’azienda leader del settore seguendo un percorso di crescita sulla base delle proprie reali possibilità e percorrendo un cammino fatto di piccoli grandi passi a misura d’uomo. Quegli stessi uomini che hanno dato vita, in un piccolo paese dell’alto Tevere umbro, al primo stabilimento che si è evoluto nel tempo arrivando oggi a dare occupazione a 120 persone che, attraverso macchinari e manodopera, realizzano più di 75.000 cofani funebri l’anno.

“Un grande sogno inizia al tempo di un respiro”
: su questa ispirazione, con grande passione e con infinito amore nei confronti del proprio lavoro, i due fondatori hanno intrapreso una avventura che si è rivelata fantastica e che, portata avanti anche dalle nuove generazioni con valori identici a quelli originari, promette un futuro ancora più ricco di gratificazioni.  Probabilmente il segreto sta proprio in questo: vivere il lavoro come una esperienza umana fatta di contatti e di relazioni nella convinzione che la crescita e lo sviluppo non siano un “affare privato”, ma un bene collettivo. Renato Sgoluppi e Armando Pecorari, nonostante l’età, sono ancora operativi in azienda consigliando le nuove generazioni ed insegnando loro a gestire efficacemente ordini e produzioni.
La sigla SCACF (all’inizio solo CACF) è un acronimo che sta per ‘Società Costruzione Artigianale Casse Funebri’. Nel 1965, dopo circa 13 anni di lavoro alle dipendenze di un mobilificio, abbiamo deciso di metterci in proprio, iniziando a costruire cofani funebri. Il primo capannone era di 200 mq ed allora sembrava già tanta cosa, sufficiente per tutto il lavoro che ci si prospettava. Oggi la sola superficie coperta è di 32.000 mq, mentre tutta l’area aziendale è superiore ai 100.000 mq. Eravamo amici e vicini di casa e il nostro rapporto è cresciuto grazie anche alle persone che ci hanno sempre voluto bene, ad iniziare dal nostro datore di lavoro. Il ‘padrone’ (cosi si chiamava allora) era un uomo piccolo di statura, ma con un grande cuore, così come la moglie. Nei periodi in cui c’era cattivo tempo ed il fiume Tevere si ingrossava inondando strade e vie, la signora ci ospitava per pranzo, per cena e anche di notte fino a quando il tempo tornava bello e potevamo rientrare nelle nostre case. Sono storie di altri tempi, ma testimoniano come il lavoro, allora, era considerato per il suo effettivo valore e accanto agli aspetti professionali vi erano sempre calore umano e riconoscenza. Saremo sempre grati a queste persone che ci hanno insegnato il vero significato della parola lavoro.
Per dare il via alla vostra azienda avevate messo da parte dei risparmi?
Macché! Non avevamo una lira e dovevamo provvedere anche alle nostre famiglie con tanto di bambini piccoli. Ma avevamo grande voglia di lavorare” ricorda Renato. “Fin da piccolo, pur di racimolare qualche soldo, andavo persino a prendere il ‘breccione’ e con un martello la sera lo rompevo fino a renderlo di dimensioni ridotte e adatto per l’edilizia stradale. Questo per dire che ci siamo sempre adattati a fare di tutto pur di guadagnare qualcosa. Quando decidemmo di costruire un capannone abbiamo letteralmente tirato su le mura con le nostre mani, di notte e nei fine settimana, con il prezioso aiuto di qualche muratore della zona. Erano altri tempi: il senso di comunità era forte e ciascuno dava una mano al vicino in cambio delle poche cose che servivano alla sussistenza. Nel 1966 lo stabilimento, con all’interno alcuni cavalletti e qualche metro di legno, era pronto e decidemmo così l’iscrizione alla camera di commercio e la costituzione della società.
Mancavano i macchinari e quelli non potevamo costruirceli da soli, interviene Armando. Un amico ci presentò ad uno studio professionale che ci mise in contatto con la la Miliorconsorzi di Roma che ci concedette un mutuo a 30 anni di 5.000.000 delle vecchie lire al tasso dell’1%. Fu per noi il primo grande aiuto che diede inizio a cinquant’anni di vita insieme. Ricordo ancora che eravamo alle stelle e il primo ‘investimento’ fu una bella cena a base di abbacchio a Roma, subito dopo l’erogazione del prestito.
Arrivati i primi macchinari e avviata la produzione, Armando e Renato, con costanza e con pazienza, andarono a presentare i propri prodotti agli impresari dei paesi vicini, li invitarono in azienda per vedere di persona le casse e raccolsero molte opinioni positive attorno al loro progetto. Ma gli ordini ancora non arrivavano. Un giorno Renato prese a prestito il furgone di un amico, caricò sei casse funebri e iniziò a fare il giro della zona per presentare i prodotti, agenzia per agenzia. Tornò sconfortato dal fatto che, benché ci fossero interesse e necessità, le imprese funebri del territorio erano già fornite da importanti costruttori, tutti del Nord Italia, che rappresentavano una garanzia di continuità e di qualità.
Un rappresentate, che già vendeva cofani, vide le casse e ci suggerì di realizzare un catalogo prodotti che, sebbene con pochi modelli proposti, permise di portare a casa un primo ordine di 36 pezzi. Sono trascorsi cinquant’anni, ma si tratta di ricordi nitidi. Pochi mesi dopo essere stata costituita la piccola azienda contava già 10 dipendenti, spinta dal periodo favorevole (siamo a metà degli anni ’60) e dalla nostra ferrea volontà di procedere sulla strada intrapresa. C’era anche bisogno di qualcuno che tenesse la contabilità e ci rivolgemmo ad un amico che da anni lavorava in una grande fabbrica di macchine agricole: sarà lui ad avviare i primi documenti contabili di Cacf. Da allora, e ancora oggi, è il veterano dell’amministrazione. La notizia di questo nostro piccolo laboratorio che costruiva bare si espande e arriva fino alla vicina Toscana. Ad Arezzo una grossa impresa funebre crede subito in noi ed acquista casse in grande quantità dando impulso e fiducia al lavoro di tutta la squadra che avevamo messo in piedi. Da lì altri grossi nomi della funeraria italiana iniziano ad acquistare il nostro prodotto e dopo oltre 40 anni sono ancora oggi nostri clienti.
Come avete fatto a reggere la forte concorrenza proveniente dal Nord Italia?
Il lavoro non ci ha mai spaventati in quanto fin da piccoli siamo stati abituati a "sgobbare" senza guardare l’orologio. Nella vita occorrono umiltà e sacrificio. Anno dopo anno abbiamo incrementato la produzione, investito in nuovi macchinari e ampliato gli spazi produttivi. Con l’avvento delle nuove generazioni si è registrata una ulteriore spinta alle nostre attività, sempre però mettendo al centro dell’attenzione il cliente e la sua soddisfazione. Oggi siamo una realtà molto differente da quella con cui iniziammo questa bella avventura. Già nei primi anni ’80 si è consolidato anche il patrimonio immobiliare e Scacf ha esteso la proprietà di terreno industriale fino ad arrivare alle dimensioni attuali. Con forze nuove all’interno e con una rete vendita in continua espansione aumentano dipendenti e volume di affari. Il passaparola dei clienti, più che altre forme pubblicitarie allora inesistenti, fa da volano ad una crescita che dà l’avvio al periodo dei grandi investimenti e dell’automazione gestita da un sistema centrale che dalla falegnameria porta la cassa fino al reparto spedizioni senza alcuna manipolazione manuale. La modernità dell’impianto ha influito positivamente sull’ambiente di lavoro rendendoci sempre più competitivi. L’attenzione all’ambiente e il rispetto del territorio sono priorità alle quali Scacf non si sottrae. Uno dei più moderni impianti fotovoltaici dell’Umbria è stato installato sui tetti degli stabilimenti per una superficie complessiva di 15.000 mq. con una produzione energetica di 1.200.000 KW. Con questo importante investimento si può concretamente affermare che ci siamo resi autonomi nella richiesta di fabbisogno energetico, ma soprattutto che produciamo energia pulita.
Insomma, una storia che da cinquant’anni segna la vita di molte persone, partita “al tempo di un respiro” per arrivare ad essere “un grande sogno”.
 
Carmelo Pezzino
I "Padri Fondatori"
Renato Sgoluppi, classe 1936. Ancora oggi frequenta ogni giorno i reparti di finitura controllando tutti i processi e insegnando ai giovani la passione e l’amore per il proprio lavoro.
Armando Pecorari, classe 1938. Tutti i giorni si confronta con i collaboratori ed ha un messaggio molto chiaro da trasmettere ai più giovani: “lavorate con orgoglio e con la fame tipici di chi vuole raggiungere risultati importanti. Non tiratevi indietro e con onestà affrontate i problemi quotidiani”.


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