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L'assertività in ambito professionale

Con il termine “assertività” si indica una attitudine che permette, sulla base di una approfondita analisi e valutazione della situazione, di definire chiaramente gli obiettivi e di svelare e difendere una singola posizione senza ambiguità e senza aggressività, tollerando un differente atteggiamento da parte di altri. La parola deriva dal latino “ad serere” e significa “condurre a sé”. Il comportamento assertivo è un efficace strumento di comunicazione ed è composto da un tratto di ascolto, di attenzione dedicata all’altro, di sforzo per recepirne e ammetterne gli atteggiamenti, anche se molto differenti, e da un tratto relativo all’espressione, per far comprendere all’altro, chiunque esso sia, la propria posizione e renderla egualmente comprensibile, tanto da farla ammettere e rispettare.
Le imprese funebri, pur desiderando stabilire una migliore comunicazione sia interna che esterna, raramente inseriscono nei programmi di Formazione Professionale percorsi finalizzati ad introdurre tale tipologia di intervento. Un comportamento assertivo presenta, nel contesto lavorativo funerario, alcuni vantaggi particolarmente interessanti che coincidono con il raggiungimento delle finalità:
• il rispetto dei valori umani;
• una migliore comunicazione a tutti i livelli: meritare il rispetto di tutti nel luogo di lavoro (collaboratori, colleghi, superiori) e contribuire così al miglioramento dell’ambiente fisico e sociale che accoglie le famiglie in lutto;
• la capacità di evitare la critica implicita e tacita, poiché le opinioni e le riserve di fronte ad un problema possono essere esposte prima e non dopo il servizio;
• la qualità del lavoro apprezzata e riconosciuta;
• la permanente ricerca di soluzioni ai problemi e ai conflitti, che vengono affrontati con la volontà di risolverli.
L’atteggiamento assertivo è il più corretto per combattere la passività, la solitudine, l’isolamento e le difficoltà nella comunicazione. La particolarità e la specificità del ruolo degli operatori funerari, l’organizzazione dell’impresa e del cimitero, il rapporto con i colleghi possono divenire causa di malessere che, in considerazione dello stress emotivo al quale l’operatore è sottoposto per il contatto quotidiano con persone sofferenti, è maggiore rispetto ad altri ambiti lavorativi. Ad esempio l’operatore percepisce di svolgere un buon lavoro ponendosi in modo empatico con la famiglia, rispettandone i tempi e la sofferenza; ma se il momento in cui l’operatore si ferma con i familiari per alcuni minuti dopo l’inumazione viene considerato superfluo dall’organizzazione dell’impresa, l’operatore stesso, privato della motivazione che valorizza la sua funzione, potrà manifestare un senso di insoddisfazione e di disagio.
Il rapporto, che da un lato influisce sui conflitti interpersonali e sugli aspetti di cultura e dall’altro determina i bisogni ed i valori individuali, influenza quasi inevitabilmente i fattori che condizionano il clima organizzativo. Se le esigenze dell’individuo non coincidono con quelle dell’organizzazione, una situazione che è già di per sé conflittuale potrà deteriorarsi ed inasprirsi. Una posizione di equilibrio e di accettazione, che attenua e vanifica le conflittualità interne, rende lo svolgimento dell’attività professionale sicuramente meno problematica e meno pesante.
 
Maria Angela Gelati

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