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Il bambino con il pigiama a righe

L'amicizia unisce ciò che le barriere dividono

1943. Bruno ha otto anni, vive a Berlino ed è figlio di un ufficiale. Non di un ufficiale qualunque: suo padre è il braccio destro del Führer. Sono anni difficili: tutto il mondo è in guerra, la gente muore, lo sterminio nazista è già iniziato. Ma Bruno non sa nulla di tutto questo. Vive la sua infanzia inconsapevole e spensierato. Fino a quando, però, il Führer consegna al padre il comando del campo di concentramento di Auschwitz. Tutta la famiglia è costretta ad abbandonare Berlino per trasferirsi lontano, in un luogo ignoto e spaventoso. Una casa isolata, in aperta campagna, circondata da un bosco. Oltre il bosco, una recinzione altissima e impenetrabile. Al ragazzo non piace la nuova sistemazione. Non capisce perché abbiano dovuto lasciare la villa di Berlino per trasferirsi in quel posto inquietante. E chi sono quelle persone al di là della recinzione? Perché indossano tutte un pigiama grigio a righe e perché hanno l’aria di essere molto spaventate? Lo spirito di avventura di Bruno si accende e il bambino si inoltra all’interno del bosco. Verso la recinzione. Ed è qui che incontra Shmuel, un ragazzino ebreo suo coetaneo, che vive una esistenza parallela e differente al di là del filo spinato. I due diventano amici: alla stessa ora, nello stesso posto, ogni giorno si ritrovano per chiacchierare. Bruno quando può gli porta del cibo perché lo vede troppo pallido ed emaciato, e pensa che in fondo il posto in cui sta Shmuel non deve essere tanto bello anche se ci sono molti bambini con cui giocare. L’amicizia candida e pura con il piccolo ebreo però gli sarà fatale. Bruno vuole giocare con lui. E lo vuole così tanto che un giorno si fa portare un pigiama a righe per mimetizzarsi e oltrepassa il filo spinato. È nel campo di concentramento ormai. E nel campo di concentramento si muore barbaramente e senza motivo. Bruno e Shmuel vengono portati nella camera a gas e da lì non usciranno più vivi.
Il bambino con il pigiama a righe non è certamente il primo film sulla Shoa consegnato alle sale cinematografiche. Ma ha una marcia in più rispetto agli altri: per la prima volta una simile barbarie viene descritta con gli occhi di un bambino tedesco. Un bambino che travalica le differenze di razza per stringere amicizia con un piccolo ebreo. Bruno muore per quell’amicizia. E questo, se possibile, è ancora più straziante. I due amici, con la loro inconsapevolezza e con la loro reciproca fiducia, evidenziano l’ingiustizia di una così immotivata pagina della nostra storia. E il pubblico è straziato di fronte ai tentativi ingenui dei due giovani di spiegarsi ciò che sta accadendo: “Non si trova più il mio papà”, confessa Shmuel a Bruno, “Ieri l’hanno portato via con un altro gruppo di uomini e non è più tornato.” “L’avranno portato a lavorare da un’altra parte!” lo rassicura.
Osannato dalla critica e dal pubblico, Il bambino con il pigiama a righe rimane tuttavia in secondo piano rispetto ad altri più famosi film sull’argomento. La pellicola, tratta dall’omonimo romanzo di John Boyne, si rivela molto fedele all’originale.
 
Laura Savarino


IL BAMBINO CON IL PIGIAMA A RIGHE
(Usa, 2008)
 
di Mark Herman
Durata: 93 minuti
Cast: Asa Butterfield, Zac Mattoon O’Brien, David Thewlis, Vera Farmiga, Rupert Friend, Richard Johnson


CURIOSITA'
Le riprese del film, prodotto dalla Miramax, sono avvenute a Budapest nel giugno 2007.
La colonna sonora è interamente composta da musiche di James Horner.


LE DIFFERENZE CON IL LIBRO
Nel libro Bruno ha nove anni e non otto come nel film.
Il padre di Bruno si chiama Louis nel libro e Ralf nel film.
Nel libro il campo di concentramento è a meno di 20 metri di distanza dalla nuova casa di Bruno, nel film è più lontano.
Nel film i familiari scoprono subito la fine del bambino, mentre nel libro passano alcuni mesi e non si vede l’arrivo delle truppe alleate.
Gretel nel film è molto più gentile con Bruno che nel libro.
Il tenente Kotler nel libro viene cacciato perché aveva un simpatia per la madre di Bruno, nel film viene cacciato per tradimento del padre al regime.
Nel libro Bruno, quando passa dall’altra parte della rete, ha i capelli rasati perché ha preso i pidocchi, mentre nel film è l’unico dalla parte della rete ad avere ancora i capelli.
 
 
CITAZIONI
“Ma non è un nome Shmuel, nessuno si chiama così!”.
Bruno (Asa Butterfield)
 
“Posso giocare con i bambini della fattoria? Però aspetterò un po’, perché sono strani. Anche i contadini sono strani. Perché vanno in giro in pigiama?”.
Bruno (Asa Butterfield)
 
“Però non è giusto, perché io devo stare chiuso qui da solo mentre tu stai là e puoi giocare con i tuoi amici?”.
Bruno (Asa Butterfield)
 
“Tu sei il mio miglior amico Shmuel...il mio amico per la pelle”.
Bruno (Asa Butterfield)
 
“Perché quelle persone vanno in giro in pigiama?”
Bruno (Asa Butterfield)
 
“Tuttavia ci sono momenti in cui un fratello ed una sorella abbassano le armi per un istante e parlano da esseri civili”.
Bruno (Asa Butterfield)
 
“Noi non dovremo essere amici, dovremo essere nemici!”.
Shmuel (Jack Scanlon)
 
“Loro non sono persone”.
Il padre (David Thewlis)
 
“Là le bruciano vive … ecco perche puzzano cosi tanto”.
La madre (Vera Farmiga)

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