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ITB sarl

LA NOSTRA AFRICA

Alla fine del 1993 nasce Ivoire Techni Bois sarl (ITB) che alla gestione di concessioni delle foreste abbina la lavorazione e la commercializzazione del legno nonché l'importazione di tutti i materiali e gli accessori utili per tale attività. Lo stabilimento di produzione è a San Pedro, in Costa d'Avorio.

Ci sono sfide che meritano di essere vinte non fosse altro che per premiare il coraggio e l'intuizione di imprenditori capaci di precorrere i tempi e di realizzare progetti altrimenti ritenuti impossibili. Fulvio Urciuoli, supportato da tutti i soci che insieme a lui costituiscono le diverse anime del Gruppo, rappresenta al meglio questa categoria di uomini intraprendenti che non si arrendono di fronte alle difficoltà e che anzi, da queste, traggono ulteriore slancio per raggiungere gli obiettivi prefissati.

"La decisione di impiantare una azienda di produzione in Costa d'Avorio è stata sicuramente sofferta a causa di alcune criticità espresse dal Paese in maniera evidente: infrastrutture inadeguate, facile corruzione, arretratezza sociale; personale in generale meno intraprendente, molto lento nei movimenti, ma più metodico; imprecisione amministrativa, ammanchi di merce, difficoltà di lingua e di comunicazione, fuso orario, distanza fisica. Molti si sarebbero arresi, noi no.

Oggi possiamo affermare con grande soddisfazione che ITB è una realtà che, con il grande lavoro di tutti noi e con quel pizzico di fortuna indispensabile, è cresciuta in maniera esponenziale in termini sia di capacità produttiva che di fatturato annuo. Mi piace ricordare il notevole contributo fornito, soprattutto nello start-up, da Sebastiano Ferro, un uomo che ha vissuto in Africa 10 mesi all'anno per ben nove anni consecutivi. È stato lui, insieme con Gerardo Urciuoli, ad impiantare macchinari ed impianti trasferiti dall'Italia per la produzione dei semilavorati dei cofani funebri, a formare il personale secondo le diverse esigenze, a introdurre un modello organizzativo ad hoc, a definire regole, procedure e responsabilità specifiche, a creare nuovi rapporti umani, a occuparsi di pubbliche relazioni. Ad oggi abbiamo, fra fabbrica e foresta, circa 240 dipendenti ed una azienda completamente strutturata che - compresi i forni di essiccatoio, il parco tronchi e i nuovi appezzamenti in assegnazione - occupa più di 57.000 metri quadrati".

Le ragioni del successo.

"La chiave di tutto consiste nella forte unione fra tutti i soci e nella determinazione a non mollare mai, neppure nei momenti più difficili. Altro fattore determinante è stata la versatilità che ci ha permesso di diversificare la produzione: infatti, oltre alla produzione di semilavorati per il fabbisogno italiano, ITB si occupa con ottimi risultati della produzione di parquet e della importazione di segati. La presenza continua di un referente italiano presso l'unità delocalizzata, gli investimenti in formazione, cultura e rapporti umani, un sistema gestionale basato sul monitoraggio on line di produzione, logistica e magazzino, il mantenimento di un know-how eccellente, la macro pianificazione dei reparti su standard di efficienza operativa, il costante controllo della qualità. Su queste fondamenta abbiamo costruito un modello imprenditoriale solido ed efficace. Con ottime, ulteriori possibilità di sviluppo. Infatti, nonostante ITB si occupi prevalentemente di produzione allo stato grezzo, già da qualche anno è riuscita a fidelizzare rapporti commerciali con importanti clienti Africani per la fornitura di cofani funebri allo stato finito, con una modellistica in stile americano progettata per soddisfare le esigenze della cultura Africana".

Il futuro?

"Oggi più che mai il rapporto con le Imprese deve essere legato ad efficienza, flessibilità, impiego di soluzioni tecniche all'avanguardia e aperte alle esigenze della clientela. La nostra ricetta per realizzare tutto questo? Aggiornarsi sulle nuove tecnologie con l'introduzione della automazione flessibile, migliorare gli standard produttivi, attuare politiche di innovazione del prodotto, incrementare i livelli produttivi, aumentare e consolidare le esportazioni, esplorare nuovi mercati".

 
Roberta Balboni


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