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Storie di cimiteri islamici in Italia

Non sono molti i cimiteri islamici in Italia, ma molti Comuni mettono a disposizione delle proprie Comunità islamiche una area dedicata. Alcune città sono attrezzate da anni e altre stanno prendendo nuovi accordi adesso. Nelle aree cimiteriali cittadine tutti i defunti di religione islamica sono sepolti con la testa rivolta verso la Mecca, una attenzione che tutti i Comuni contattati tendono a sottolineare. I corpi secondo l'Islam non dovrebbero essere mai più spostati; in Italia la situazione è un po' diversa, con l'esumazione dopo 20 anni, ma pare che le varie amministrazioni cerchino di rispondere, nei limiti del possibile, alle esigenze dei mussulmani rispettando la loro cultura e trovando soluzioni idonee, anche per gli spazi destinati al lavaggio del cadavere. Ecco alcune storie.

BOLOGNA. "Alla comunità islamica di Bologna è stato assegnato un campo di inumazione, consistente in 190 fosse, nel Cimitero di Borgo Panigale. Questo campo si trova in una zona a ridosso del muro di cinta del Cimitero ancora disponibile all'espansione delle sepolture", chiarisce Michele Gaeta, responsabile della struttura operativa nell'ambito dei Servizi Funerari di Hera Bologna.

Hera Bologna srl gestisce il complesso dei cimiteri bolognesi e riceverà in consegna dal Comune, per la successiva gestione, anche questo campo di inumazione la cui costruzione è il risultato delle richieste provenienti dalla comunità islamica bolognese. I lavori sono in fase di completamento e il campo verrà consegnato entro due mesi. Il seppellimento in terra avverrà con la testa del defunto rivolta verso al Mecca, come vuole la tradizione mussulmana, ma per l'accesso alla zona di seppellimento islamico non è ancora previsto un corridoio d'ingresso privilegiato rispetto all'entrata del camposanto di Borgo Panigale. "Non è prevista, allo stato attuale, la costruzione di una struttura che permetta il rito del lavaggio e della cura del cadavere per gli islamici; potrebbe essere un obiettivo futuro", spiega Gaeta. In Certosa questo rito è effettuato presso il Deposito Osservazione Salme/Obitorio, dietro richiesta dei familiari: i dispositivi di protezione individuale obbligatori (guanti, camici e quanto necessario per una corretta igiene) vengono consegnati direttamente dalla Agenzia di Onoranze Funebri incaricata. Alla Certosa esistono altri due spazi di seppellimento per religioni non cattoliche: il cimitero Ebraico, gestito in accordo con le indicazioni provenienti dalla comunità Ebraica sulla base di una convenzione a suo tempo stipulata con il Comune di Bologna, e il cimitero Acattolico, nel quale trovano prevalentemente accoglienza le salme dei protestanti.


LA VICENDA DELLA COMUNITÀ ISLAMICA DI BOLOGNA. "Con i dirigenti del cimitero bolognese si è creato un buon rapporto e abbiamo ottenuto uno spazio a Borgo Panigale; - commenta Nabil Bayoumi del Centro di Cultura Islamica di Bologna - ma per arrivare a questa soluzione abbiamo cominciato ad occuparci del problema circa 11 anni fa". Esiste un cimitero islamico a Reggio Emilia che però, quando Bayoumi ha iniziato ad interessarsi della questione, "era pieno, e per questo abbiamo pensato seriamente negli anni alla attivazione di una area islamica nella nostra città". Bayoumi racconta la sua esperienza sul campo: "L'idea iniziale era quella di ottenere un piccolo cimitero, poi si è pensato ad un'area importante per l'Emilia Romagna, per almeno 1000 tombe; ma la questione era complessa e allora si è ritornati sul discorso del piccolo spazio cimiteriale da utilizzare per noi mussulmani: ne hanno individuato uno proprio all'interno del camposanto di Borgo Panigale". I mussulmani chiedono una cassa in legno semplice, non trattata, e per il resto confermano di non necessitare di luci o strutture imponenti, ma solo di targhette con i nomi da mettere sulle tombe. E il problema dei 20 anni non se lo pongono. "E' ancora presto: per il momento siamo contenti dello spazio concesso, e per un po' di tempo siamo a posto; poi, tra 20 anni, si vedrà cosa prescriverà la legge".

Più serio è il problema dei mussulmani italiani. A Bologna "ci sono almeno 300 mussulmani italiani, quindi occorre pensare a loro: - continua Bayoumi - la tomba, dico io, è come una casa". Mentre per gli stranieri il discorso è differente, il corpo si rimanda generalmente al paese d'origine: "Rispetto a paesi come la Francia e la Germania dove l'immigrazione c'è da più tempo, l'Italia è ancora all'inizio sul discorso dei cimiteri islamici". Il trasporto all'estero costa molto: la Comunità Islamica raccoglie i soldi per aiutare la famiglia del defunto e il lavaggio del cadavere viene fatto in Italia perché, quando arriverà al paese d'origine, la salma dovrà essere pronta per la sepoltura, e si ripeterà di nuovo solo la preghiera. Nell'Islam "non esiste il 2 novembre, ma si raccomanda al mussulmano di visitare i cimiteri". Una frase mussulmana dice "pace su di voi gente delle tombe, voi avete preceduto noi, ma noi seguiremo voi", sostiene Bayoumi. La soluzione al problema della sepoltura di bambini è stata l'aver trovato posto alla Certosa di Bologna. "Vengono sepolti con gli altri perché per noi i bambini nascono tutti mussulmani", conclude Bayoumi. Da Hera confermano che esistono alcune tombe con nomi di origine araba nel Campo dei Bambini alla Certosa.


REGGIO EMILIA. Un'area per le sepolture islamiche è stata data negli anni ottanta all'interno del Cimitero cittadino di Coviolo. L'area, secondo il regolamento nazionale di Polizia Mortuaria, concede il seppellimento solo dei defunti residenti a Reggio Emilia, anche se all'inizio c'è stata un po' di flessibilità. Non sono state fatte ancora esumazioni. Tre anni fa è stata concessa una seconda area, sempre all'interno del cimitero di Coviolo.



MILANO. La prima area riservata alle inumazioni dei defunti appartenenti alla Comunità islamica è stata quella concessa all'interno del cimitero di Lambrate nel 1982 (con una Moschea realizzata in uno spazio adiacente, concesso nel 1987), mentre l'area all'interno del cimitero di Bruzzano risale al 1995, e si è resa necessaria perché gli spazi a Lambrate si stavano esaurendo. Il tutto per rispondere alle esigenze della Comunità Islamica di Milano. A Lambrate ci sono circa 40 sepolture, e per il momento non c'è il problema della rimozione dei corpi dal campo, anche se sono passati già vent'anni dalla sepoltura. A Bruzzano le fosse previste sono 95, oramai quasi tutte riempite: la concessione è stata data per un periodo più lungo dei vent'anni. Unico vincolo: possono essere sepolti in queste aree solo i mussulmani residenti nel Comune di Milano.

"Sarà presumibilmente attuato un ampliamento della zona del cimitero di Bruzzano già riservata all'inumazione dei defunti appartenenti alla comunità islamica. - spiega Francesco Pezzetti, ex responsabile delle Concessioni cimiteriali del Comune di Milano - Sono allo studio degli uffici tecnici ulteriori soluzioni alternative che riguarderebbero altri due cimiteri locali (Greco e Chiaravalle). Si tratterebbe di un progetto di ampliamento dei cimiteri stessi da attuarsi attraverso l'esproprio di alcune aree circostanti. Quest'ultima soluzione appare, comunque, non immediatamente percorribile". E per il lavaggio del cadavere, che abitualmente precede la sepoltura di una persona appartenente alla Comunità Islamica, non esistono appositi locali adibiti alla pratica nei cimiteri di Lambrate e di Bruzzano, anche se questa attività viene svolta, a richiesta, nei locali del civico obitorio.


GENOVA. Nell'ambito cittadino esistono tre aree riservate a defunti di fede islamica: al cimitero di Staglieno ci sono un totale di 37 fosse, distribuite in due campi distinti (25+12), al cimitero della Biacca le fosse sono 52, di cui 12 per infanti, in un unico campo.


TORINO. Al Cimitero Parco una area di circa 600 mq è destinata alla Comunità Islamica. Questa superficie è attualmente sufficiente a coprire ampiamente il fabbisogno di sepolture. "Per quanto riguarda i riti funebri, la comunità islamica prende accordi direttamente con le aziende ospedaliere; nei casi in cui sia coinvolta la nuova struttura obitoriale della Città, è permesso lo svolgimento dei riti secondo le usanze delle singole comunità religiose", spiegano al Comune di Torino
 
Nadia Grillo

UNO SGUARDO SULL'ETERNO GIARDINO

L'arte come riflesso della creazione e il Paradiso come luogo bello e assolato. Già perché Dio, in tutte le religioni, ama l'arte e la bellezza. L'Islam è espresso attraverso la forma e il colore: questo lo spirito delle opere di Nadia Valentini, alcune qui pubblicate ed estrapolate dalla mostra di arte islamica "Il Loto del Limite", che l'artista ha tenuto a Bologna dal 18 al 25 maggio.

Valentini, originaria della provincia di Trento, si è avvicinata alla calligrafia araba unendola ad una sensibilità immaginaria e creativa, e non manca il risvolto personale: trasferitasi in Egitto per amore nel 1994, si è convertita all'Islam lo scorso anno.

Il Loto del Limite segna il punto dove finisce la conoscenza umana: ciò che sta oltre, lo conosce solo Dio. Sono nove i quadri della mostra dedicati al tema del Paradiso. "Dalla mia esperienza di vita in Egitto - afferma Nadia Ventini - posso dire che ho visto i mussulmani soffrire come tutti di fronte alla morte, ma che accettano questo evento come volontà divina".

E quando ha fatto il quadro sull'accesso al Paradiso l'artista spiega di aver pensato "a qualcosa di assolutamente liberatorio: luce e colore".

In un'opera è calligrafata la frase che si scrive sulle tombe: "O anima ormai acquietata, ritorna al tuo Signore soddisfatta e accetta; entra tra i Miei servi, entra nel Mio Paradiso".

L'artista, che espone in Italia e all'estero, ha calligrafato i 99 nomi di Allah in una serie di quadri per il libro di poesie "Anela il petto" di Hamza Roberto Piccardo, segretario generale dell'ucoii, Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche di Italia, che ha inaugurato l'esposizione bolognese.N.G.

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