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VERDI PAESAGGI

Esiste una antica e solida relazione tra il mondo vegetale e le usanze connesse alla morte ed alle sepolture.

La più antica testimonianza dell'uso di disporre fiori nelle tombe è data da un rinvenimento in Iraq dove, a seguito di ricerche archeologiche, in una grotta sono stati scoperti otto scheletri di Neandertaliani che conservano ancora tracce di polline; successive analisi hanno infatti dimostrato che appartenevano a fiori deposti su di una lettiera.
Analogo uso era presente anche nell'antico Egitto: la mummia di Ahmos, fondatore della XVIII dinastia (1700 a.C.), era adorna di ghirlande costituite da foglie di salice e di delfinio. Pressoché in tutti i sepolcri egiziani sono stati trovati fiori quali rosmarino, menta, violacciocca, alloro, olivo, mirto.

Nel mondo classico greco-romano, le conifere furono elette a simbolo dell'immortalità a causa della loro caratteristica di piante sempreverdi, con legno pressoché incorruttibile. Il cedro dalla notevole longevità, il bosso sacro a Plutone dio degli Inferi ed il cipresso divennero alberi ed arbusti consacrati alla morte, ed i cimiteri erano adornati con aiuole di rose ed altri fiori che servivano per le offerte ri- tuali. Nell'Europa del nord, il tasso ed il bosso assunsero analoghi significati, nei cimiteri normanni si trovano ancora tassi millenari, mentre nella regione gallica il sorbo, albero sacro ai druidi, sostituisce il tasso.

Non risulta strano, quindi, che la Chiesa Cattolica tentasse di dissuadere i propri fe- deli da un uso che appariva fortememente impregnato di paganesimo. Già nel II secolo d.C., Tertulliano biasimava l'uso di fiori e corone per i riti funebri ed, a seguito del nel Concilio di Trento, a fine '500, veniva bandita la vegetazione dai cimiteri, con lo scopo di rafforzare la tradizione cristiana che aveva sempre rifiutato la presenza di alberature vicino alle tombe, considerata appunto una caratteristica delle sepolture pagane. In Francia il vescovo di Rennes ordinava, nel 1636, che i tassi venissero "sradicati e tolti dai cimiteri, poiché i contadini se ne servivano per cattivi usi". Un decreto del Parlamento di Parigi del 21 maggio 1765 diffidava "i portieri e chiunque altro dal piantare alberi e arbusti nei cimiteri". Al rifiuto per le usanze ritenute pagane si aggiungevano preoccupazioni e pregiudizi di ordine igienico: si credeva, infatti, che le piante impedissero la circolazione dell'aria. Solo durante il XIX secolo, come si vedrà in seguito, la Chiesa finì con l'accettare gli alberi nei cimiteri. L'idea di "cimitero vegetale", giardino dove la natura prevale sul costruito e le tombe possono trovare una sede appropriata a contatto diretto con la vegetazione, è, per contro, di recente acquisizione e ciò probabilmente anche a causa dell'ostracismo esercitato in passato dalla Chiesa Cattolica. A partire dal primo dopoguerra questo tipo di cimitero, nelle forme di rural cemetery, di cimetière paysager o altro, ha conosciuto una rinnovata fortuna e trovato vaste applicazioni, con studi recenti che lo indicano come modello per le future strutture cimiteriali.

IL CIMITERO GIARDINO IN INGHILTERRA
Nelle culture nordeuropee l'idea di cimitero giardino nasce in Inghilterra nelle primissime fasi della rivoluzione industriale, parallelamente all'attenzione che i primi sintomi di degrado ambientale fanno dedicare al paesaggio. Nel fenomeno di formazione di questo tipo di cimitero hanno particolare influenza la tradizione del landscape garden dell'inizio del XVIII secolo ed il radicato amore nelle culture anglosassoni per il genere pittoresco nelle arti figurative.

Il giardino inglese, espressione dell'aristocrazia terriera, era concepito in contrapposizione nei confronti della tradizione classica dei giardini, come ampie porzioni di territorio lasciate in uno stato apparentemente selvaggio, destinate al piacere della vista e del passeggio. Erano anche previste statue e piccoli monumenti da collocare nel paesaggio, senza eccessiva enfasi ed in modo quasi casuale.

Nel 1736 viene completata, nella campagna dello Yorkshire su di una un'altura a ridosso del bosco, la tomba di famiglia dei Conti Howard, che ha l'aspetto di un tempio a pianta centrale appoggiato sul terreno erboso, in un ambiente apparentemente non modificato dall'uomo. Nel giardino di Stowe, iniziato da Sir Richard Temple nella sua proprietà nel 1675 e trasformato dal figlio Lord Cobham a partire dal 1713, vengono eretti templi alla Virtù Antica e Moderna, all'Onore, alle Libertà ed ai Valori Britannici, così come sono collocati monumenti a ricordo di personaggi illustri e regnanti, la cui fama conviene tramandare ai posteri. Gradualmente, in luogo del monumento funebre inteso come esaltazione delle qualità pubbliche del personaggio da commemorare, vengono preferiti i simboli legati alla conservazione della memoria privata e degli affetti individuali, cambiando il carattere del giardino e avvicinandolo a quello del cimitero. Comincia ad affermarsi l'idea di associare la tomba al giardino pittoresco in alternativa alla tradizione dei cimiteri inglesi, le cui origini risalgono al periodo gotico medioevale.

IL CIMITERO FRANCESE
Anche in Francia, alla fine del '700, si comincia a criticare l'atteggiamento negativo della tradizione cattolica verso la vegetazione nei luoghi di sepoltura, soprattutto a causa delle pessime condizioni igieniche dei cimiteri di origine medievale che circondavano le chiese di città e villaggi. I primi studi sulla capacità degli alberi di purificare l'ambiente risalgono proprio a quest'epoca, e ribaltano le credenze secolari che li ritenevano responsabili di ostacolare la circolazione dell'aria. Avrà forti ripercussioni anche in Italia, con la dominazione napoleonica, la decisione presa all'inizio del 1800 dal Governo Francese di proibire le sepolture intorno alle chiese, e di fare edificare nuovi cimiteri in luoghi separati dall'abitato. Si cominciano a costruire cimiteri secondo i nuovi principi igienici, sempre però ispirati al giardino rinascimentale italiano, tutto "costruito", e dove la vegetazione è piegata alle esigenze compositive dell'impianto architettonico.

A Parigi, dal 1812 viene impostato e costruito il cimitero del Père Lachaise, che immediatamente costituisce un modello ideale, fonte di ispirazione e imitazione per tutto il secolo. L'area acquistata era in origine proprietà di un religioso, François d'Aix de la Chaise (da cui il nome del cimitero) ed era per la maggior parte sistemata a giardino. Questa caratteristica fu mantenuta dal progettista, Brongniardt, che ideò un giardino geometrico intorno all'asse principale che porta dall'ingresso alla cappella piramidale delle cerimonie funebri; il resto dell'area fu invece sistemato a giardino paesaggistico, alla maniera dei landscape gardens inglesi.

Nel corso dell'800 e fino al 1972 in questo magnifico parco con dodicimila alberi e una moltitudine di gatti e uccelli sono state seppellite le salme delle maggiori celebrità francesi, tra le quali anche quelle, riesumate, di Molière e La Fontaine, e poi De Musset, Balzac, Proust, Delacroix, Modigliani, Chopin, Bizet, fino a Edith Piaf e Jim Morrison. Nonostante l'impostazione fortemente "vegetale" del progetto originario, con l'affollarsi delle sepolture e delle lapidi il Père Lachaise assunse ben presto le sembianze di "giardino costruito" dal carattere fortemente "minerale".

Negli ultimi cinquant'anni, in Francia si è nuovamente tentata la strada dei cimiteri-parco, su ispirazione dei cimiteri forestali tedeschi e svizzeri. Si è quindi sviluppata una corrente di progettisti intorno all'idea dei cimetière paysager, che soprattutto in relazione alle grandi città industriali, sovraffollate, trova sostenitori presso le pubbliche amministrazioni che, infatti, vogliono "introdurre dovunque la natura"; secondo la tendenza, non sempre accettata dalla popolazione, che nel cimitero debba esserci "continuità tra la vita e la morte, sottolineata dalla vicinanza del granito e della vegetazione, dei defunti e degli uccelli. Quale che sia il credo religioso, vi si dovrebbe trovare più serenità davanti all'ineluttabile".
 
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