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Zaffarano interviene presso il Ministro Sirchia

Venuto a conoscenza di indiscrezioni sul contenuto del nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria, il Presidente di Federcofit ha tempestivamente scritto, il 31 luglio scorso, al Ministro alla Salute Girolamo Sirchia, in merito ad alcuni problemi dello stesso Regolamento.

Illustrissimo Signor Ministro,
sono il Presidente di feder.co.f.it, la Federazione del Comparto Funerario Italiano, nata nel 1999 con, tra gli altri, l'obiettivo di modificare profondamente il Regolamento di Polizia Mortuaria proposto dall'allora Ministro Rosy Bindi, perché punitivo nei confronti delle attività private ed anacronistico rispetto al ruolo delle Regioni.
Dobbiamo esprimere la nostra riconoscenza a numerose Regioni, in modo particolare alla Regione Lombardia ed alla Regione Toscana, nelle persone dei Governatori e degli Assessori competenti, per il sostegno dato alle nostre richieste.
Nel corso di questa legislatura non abbiamo mancato di apprezzare i progressi fatti e le formulazioni predisposte nell'ipotesi di Regolamento di Polizia Mortuaria come presentate nella "Bozza aggiornata al 16 novembre 2001", l'unica da noi conosciuta.
Da quella data abbiamo seguito, Le confesso, con una certa apprensione, l'evolversi della discussione, circondata da una sorta di strano mistero, preoccupati per le sollecitazioni più o meno interessate che sappiamo essere sempre presenti, su questi problemi, da parte di numerosi soggetti in campo.
In questi giorni abbiamo letto una nota: "Le novità del testo (del Regolamento di Polizia Mortuaria) licenziato dal Consiglio Superiore della Sanità". Evidentemente la "assoluta riservatezza" è incontrollabile, ma, alla luce del contenuto che, per alcune parti, ci auguriamo non risponda a verità, si impongono alcune questioni e domande.
Prima di tutto colpisce che la proposta di Regolamento licenziato dal Consiglio Superiore della Sanità sia considerato "segreta". Registriamo una variante metodologica, rispetto al modo di procedere del Ministro Bindi, ma la sostanza non cambia: allora si diceva che nessuna bozza in circolazione era quella definitiva, oggi si rivendica la segretezza di un testo: la sostanza è l'impossibilità di conoscere i contenuti del provvedimento che dovrà governare il settore perché si possa avere, su questo, una discussione chiara e trasparente senza, peraltro, dover rimontare decisioni sbagliate già codificate.
Nei contenuti registriamo, per quello che abbiamo letto, la definizione dei dettagli, fin nei minimi particolari, anche su materie che sembrava dovessero essere delegate, giustamente, all'autonomia delle Regioni. Infine mi permetta alcune sottolineature, sempre basandomi sul testo citato.
Primo: il nuovo testo ammette che anche le associazioni e gli enti no-profit possano svolgere servizi funebri per i loro associati. In questo modo si equipara l'attività funebre, attività prettamente imprenditoriale e commerciale, ad una attività no-profit, ed, in quanto tale, giustamente sostenuta ed agevolata dallo Stato per la sua natura solidaristica. Così facendo, non solo si sancisce, tra attività "imprenditoriali" ed attività "solidaristiche", gestite, per lo più, da volontariato, una commistione sbagliata, censurabile e censurata da numerose sentenze, ma si favoriscono condizioni di privilegio e "dominanti" a favore di queste organizzazioni.
Corretto sarebbe, invece, definire in modo chiaro il carattere di eccezionalità di questa possibilità. D'altra parte non sfugge che in alcune realtà territoriali, la Regione Toscana per esempio, queste Associazioni svolgono oltre il 60% dei servizi funebri fatti nell'intera Regione, distogliendo una fetta particolarmente grande di "mercato" dal rispetto delle norme, a partire da quelle fiscali.
Secondo: con le norme relative ai requisiti per esercitare l'attività funebre, sembra di capire che siano necessari almeno quattro addetti per ogni Impresa (un direttore tecnico e tre necrofori). Il risultato di una norma siffatta sarà che in intere Regioni, un esempio per tutti la regione Abruzzo, il 90% delle Imprese non potrà più esercitare questa attività, senza che vi sia alcuna ragione cogente per un organico così numeroso.
Terzo: sembrerebbe che in cambio dell'eliminazione dei "diritti fissi", balzello tanto odioso quanto inefficace per le modeste dimensioni, ogni impresa debba aderire ad una solidarietà con lo Stato nell'eseguire gratuitamente funzioni prettamente pubbliche (comunali) quali il recupero salme, i servizi gratuiti, … Sarebbe la prima volta che lo Stato pone simili condizioni per esercitare una qualsivoglia attività economica ed imprenditoriale.
Infine, signor Ministro, approfitto della Sua cortesia, per chiedere informazioni più dettagliate sul capitolo dei cimiteri che, come saprà benissimo, sono stati al centro delle nostre osservazione critiche, nelle ipotesi sostenute dal Ministro Bindi.
Infatti questo è il capitolo centrale per delineare gli assetti futuri e le gerarchie di valori nello sviluppo delle attività funerarie.
Mi auguro che queste brevi e schematiche considerazioni possano favorire la scelta di aprire un dialogo chiaro ed aperto con le componenti imprenditoriali del settore prima del varo del nuovo Regolamento di Polizia Mortuaria.
Illustrissimo signor Ministro, La ringrazio per la cortese attenzione che mi ha dedicato e, scusandomi per il tempo che Le ho preso, voglia accettare i più calorosi saluti miei e degli operatori che ho l'onore di rappresentare, con l'augurio di poterci incontrare personalmente in tempi brevi.
 
Piero Maurizio Zaffarano
Presidente Federcofit

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