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L’OTTAVA EDIZIONE DE “IL RUMORE DEL LUTTO”

Un nuovo grande successo

L’intera città di Parma ha dimostrato profondo interesse per l’ottava edizione de “Il Rumore del Lutto”, la manifestazione culturale che, dal 30 ottobre al 2 novembre, ha avuto luogo nel capoluogo ducale. La rassegna, nata nel 2007 da una idea di Maria Angela Gelati (storica contemporaneista, studiosa di tanatologia e scrittrice sui temi legati al morire) e di Marco Pipitone (dj, giornalista musicale e fotografo) ha saputo conquistare nel tempo fasce sempre più ampie di pubblico grazie ad una formula originale che propone un dialogo interdisciplinare e trasversale fra differenti ambiti sul tema della morte: dall’arte visiva al teatro, dalla musica alla filosofia, dalla gastronomia alla psicologia, dalla letteratura alla spiritualità.
Patrocinata e co-organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Parma e da Ade Servizi con il contributo di diverse realtà del settore funerario, l’iniziativa ha avuto un considerevole seguito. “Dopo otto anni - affermano Gelati e Pipitone – riteniamo che la rassegna abbia saputo non solo coinvolgere e fidelizzare piacevolmente la città, che ora si riconosce e appartiene al Rumore del lutto, ma anche richiamare persone interessate da altre località quali Cremona, Milano, Venezia e Roma”.
Tema di quest’anno era “l’Infinito”, inteso come lo spazio oltre il limite della vita, ed è stato declinato in 19 eventi che hanno toccato le discipline più diverse. “Tutti gli appuntamenti sono stati seguiti con coinvolgimento e con attenzione, in particolare il seminario di Death Education, svoltosi al Teatro della scuola Salvo D’Acquisto e aperto alle scuole superiori di Parma, che ha rimarcato l’attività culturale che la manifestazione intende affrontare a tutte le età. Ma pure gli incontri più “lievi” come i concerti, le presentazioni dei libri e il Gala vittoriano sono andati benissimo. Il tema della morte è talmente importante, nella nostra esistenza, che le risposte che ci diamo modellano la nostra visione di ogni cosa. Per questo motivo una nuova comprensione della natura della vita, che ha in sé la morte, può donare inaspettate risorse alle persone facendo sgorgare fonti di saggezza, di serenità e di compassione mai percepite prima. Se la difficoltà a concepire l’infinito, così come il cielo stellato dell’universo che si estende indefinito ed eterno oltre i confini percepibili, lo relega a un ambito che non appartiene alla natura umana, il passaggio dal limite terreno di confine a ciò che è infinito necessita del superamento di tutto ciò che è umano e pertanto limitato. Un vero e proprio salto, che avviene anche in matematica, poiché l’infinito non appartiene alla categoria dei numeri, né tantomeno può essere quantificato. Infinito è ciò che esiste oltre ciò che vediamo, o che si sceglie di non vedere: il movimento di ogni particella del creato, lo schiudersi del baco da seta che diviene farfalla, gli occhi che nel sonno riescono a intuire ciò che è celato nella realtà; infinito è il pensiero rivolto al passato per affrontare il presente, così come il sentimento dell’anima che si apre alla spiritualità. Ma infinito è soprattutto lo spazio oltre il limite della vita in cui orizzonti diversi possono forse farci ritrovare il senso di felicità e di appagamento”.
Chi vorrà, potrà continuare a seguire la rassegna attraverso il sito www.ilrumoredellutto.com, costantemente aggiornato con nuovi contributi sul tema, e la pagina su Facebook.



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