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Ad Austin e a Mosca nel mese di ottobre 2013

NFDA & Necropolis 2/2

La NFDA ha confermato, da termometro della realtà economica del Paese, i segni di ripresa già intravisti negli anni scorsi. Anche se non abbiamo riscontrato grandi novità. In realtà, ormai, la cremazione la fa da regina. Con tutto quello che ad essa si riferisce: urne, loculi, bare di cartone o di altro materiale leggero,... Tutti i grandi erano presenti. Dalla Facultatieve Technologies alla Matthews, dalla CMS alla U.S. Cremation. Purtroppo, recatici come di consueto presso lo stand di quest’ultima per abbracciare l’amico Cal(vin) Wilkerson, siamo rimasti impietriti nell’apprendere che ci aveva lasciati da qualche settimana all’ancor giovane età di 77 anni. È stato una figura importante e conosciutissima del panorama funerario USA. L’avevamo conosciuto una ventina d’anni fa ad Indipendence, a due passi da Cleveland, nell’Ohio. Gli incontri si erano succeduti nel tempo (da Orlando, in Florida, dove abitava all’Argentina, dal Messico alla Bulgaria) rafforzando un legame di simpatia e di stima reciproca nato istintivamente, come talvolta accade, alla prima, franca, stretta di mano. Ci mancheranno il suo sorriso raggiante, il suo sguardo chiaro e trasparente di eterno giovanotto, il suo dinamismo, il suo ottimismo molto americano ed il senso concreto delle cose. E soprattutto il suo affetto. Alla vedova, con cui abbiamo condiviso la tavola ad Orlando, ed alla famiglia vadano le nostre più sincere condoglianze.
Nessun produttore italiano direttamente presente. Tra i visitatori soltanto Francesco Forgione e Annalisa Sommavilla della StratosSphere che si sta dando enormemente da fare (già vista in Austria) per conoscere mercati potenziali relativamente nuovi per la loro attività. Auguri! Per finire con Austin una bella notizia! All’aeroporto texano una commessa ci ha chiesto, dopo averle ordinato una birra, di verificare, documenti alla mano, la nostra maggiore età (21 anni)! Alla domanda “you jokin’?” (scherza?) la risposta, glaciale, è stata negativa. Stessa sorte per gli altri avventori, anch’essi non proprio di primo pelo, che ci seguivano. Tutti in Texas, ragazzi, dove l’aria ti fa perdere di botto mezzo secolo! E voi, belle texane, preparatevi: arrivano i nostri! Può accadere anche questo in un Paese dove in una contea sono previste sanzioni pesanti per coloro che girano per le strade vestiti da fantasmi tra il tramonto e l’alba (di giorno pare vada bene) ed in un’altra, l’avevamo già riferito, è severamente punito chi intrattiene rapporti sessuali con i porcospini. Condanna che si aggiunge ai guasti, verosimilmente dolorosi, provocati in zone sensibili dagli aculei dei simpatici animaletti!
A Mosca ci siamo ritrovati, come ogni anno, nel padiglione che tradizionalmente ospita Necropolis, la fiera funeraria russa organizzata da Serguey Yakushin. Questa edizione ci è parsa meno animata delle precedenti con una affluenza di visitatori sostenuta nei primi due giorni e quasi nulla il terzo. Ci è sembrato che mancasse qualcosa. Probabilmente l’assenza della Gorbrus di Marina Godun si è fatta sentire. Da sempre la loro base costituiva il centro nevralgico dell’esposizione. Ci diceva Alexandre, il figlio di Marina, che quest’anno il gruppo ha privilegiato ingentissimi investimenti per la creazione di un centro di medicina legale e di anatomia patologica nella regione moscovita e che quindi tutti gli sforzi si sono concentrati su quell’obiettivo. Vedremo in futuro.
Per quanto riguarda i prodotti esposti anche qui l’impatto della cremazione si fa sentire a tutti i livelli. Tra gli italiani presenti segnaleremo la Baltea con Vincenzo Carbone, la Pilato con Barbara Pilato e Gian Vittorio Stella, e la Bosisio con Riccardo Bosisio. Tra i visitatori Bartolomeo Sandrone di Spaf e Gianluca Malandra di Anima Design. Anche qui, come negli USA, la presenza italiana è stata appena accennata a conferma, probabilmente, del brutto periodo di crisi che il Paese sta attraversando. La nota divertente è venuta quest’anno dal vero dominus dell’esposizione. Un gattone di una certa età che, imperiale, passeggiava con solenne e “nonchalante” pigrizia lungo i corridoi della fiera guardando tutti, per bizzarro che ciò possa sembrare, dall’alto in basso. Battezzato immediatamente “Vladimir” (ogni riferimento a personaggi pubblici dallo stesso nome è puramente casuale) egli sostava, grand seigneur, dove meglio gli aggradava. In particolare sembrava avesse un tropismo particolare per la Bosisio. Si stendeva di fronte allo stand dell’azienda milanese per lunghe pause forse in attesa, avendoli adocchiati, che uno dei loculi proposti si liberasse dell’urna esposta par fare posto al Nostro che, con l’indiscutibile senso del confort proprio di quella specie animale, vi si sarebbe accovacciato prendendo appoggio, come usano, sulle tre pareti con il corpo acciambellato. Confermando con la sua presenza la vocazione che i felini hanno per i cimiteri (su quelli, numerosissimi, del cimitero di Trieste è stata pubblicata una raccolta di foto) forse perché in quei luoghi di raccoglimento essi trovano la pace e la quiete che, da saggi, diuturnamente ricercano.
Arrivederci Volodec’ka (il vezzeggiativo di Vladimir), arrivederci Mosca!

 
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