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i presidenti delle quattro Associazioni

Il nostro punto di vista (4/5)

La questione fiscale.
Bellachioma: “La nostra proposta, condivisa da Feniof e da Sefit, è stata ripresa nella passata legislatura da alcuni parlamentari: è riassumibile, in estrema sintesi, nella introduzione di una aliquota iva ridotta sui servizi funebri (10%) e nell’innalzamento della detrazione fino a Euro 10.000,00 (con eventuali riduzioni percentuali) non solo per i servizi funebri, ma anche per quelli cimiteriali”.
Gibellini: “Altro argomento al quale siamo particolarmente sensibili. Nel nostro Paese, fino ad oggi, i cittadini possono imputare come costi detraibili dalle proprie dichiarazioni dei redditi un importo massimo di 1.500 euro. Ciò ha determinato, purtroppo, uno scarso interesse ad esigere una fatturazione che contemplasse tutti gli oneri sostenuti favorendo così, per le imprese meno virtuose, una contabilità parallela ed illegale e gravi inadempienze sotto il profilo dell’inquadramento professionale e della previdenza, senza trascurare, inoltre, una fortissima concorrenza sleale che ha accentuato i disagi di una situazione già fortemente destabilizzata da una eccessiva polverizzazione dell’offerta commerciale. Le nostre riflessioni si basano su una semplice considerazione. Il numero annuo dei decessi in Italia è di circa 600.000; considerando i valori medi di tutti i costi legati ad un decesso (servizio funebre completo, acquisizione spazi cimiteriali, predisposizione di lapide o di monumento in marmo), la potenziale evasione è stata stimata dal nostro Ufficio Studi nell’ordine di una cifra decisamente consistente. Per ovviare a tale malcostume, sarebbe auspicabile innalzare per i cittadini i limiti per la detraibilità ad un valore che contempli gli interi costi sostenuti (anche quelli cimiteriali e lapidei) e che non sia comunque inferiore ai 10.000 euro. Ciò farebbe emergere in maniera evidente il lavoro nero e ogni contabilità sommersa facilitando le possibilità di controlli che dovrebbero essere puntuali, rigorosi ed efficaci ad opera delle preposte Autorità”.
Ronca: “Sarebbero certamente da rivedere tanto le aliquote iva quanto i criteri di deducibilità dei costi sostenuti dalle famiglie. La questione, però, è di pura pertinenza della politica: difficilmente potremo intervenire sull’argomento se non elaborando una proposta da affidare ai nostri referenti in sede istituzionale”.
L’attivazione di controlli.
B: “È un problema centrale e complesso, come abbiamo già sottolineato. Progressi su questo fondamentale terreno si potranno avere attivando leve diverse: quella legislativa, con la definizione più attenta degli obblighi inderogabili per le Istituzioni competenti (Comuni, ASL, ...), quella amministrativa, con la determinazione di sanzioni per le singole infrazioni, quella operativa per la quale siamo convinti debbano essere coinvolte anche le organizzazioni di categoria del comparto”.
G: “Ho già sottolineato l’assoluta necessità che tutte le istituzioni competenti si attivino nell’esercizio di controlli rigorosi ed efficaci su ogni aspetto attinente la nostra professione (requisiti, inquadramento del personale, previdenza, fiscalità, …) ed eroghino eventualmente le opportune sanzioni, non solo di ordine economico, ma soprattutto in ambito penale. EFI si sta facendo parte diligente nell’evidenziare ogni irregolarità verificata e nel sollecitare gli opportuni interventi. Forse questo ci renderà impopolari ed antipatici, ma sono certo che la parte sana della categoria non potrà che sostenerci per vedere legittimamente affermati i propri diritti”.
R: “Ben vengano, purché effettuati da professionisti preparati, che conoscano tutte le normative e che non siano guidati da una mera volontà sanzionatoria basata sul presupposto che tutti siamo predisposti a delinquere. A volte i comportamenti sbagliati sono dovuti ad ignoranza o a cattiva informazione: quindi, non solo controlli e sanzioni, ma una adeguata formazione che renda tutti consapevoli delle proprie azioni”.
Una corretta informazione nei confronti dell’opinione pubblica: obiettivi, strategie e strumenti.
B: “Occorre essere sempre puntuali e estremamente delicati… La morte spaventa sempre, anche se al tempo stesso affascina. Non è facile fare comunicazione nel nostro settore soprattutto quando la stessa non si rivolge agli addetti ai lavori, ma si esternalizza al pubblico. Bisogna essere molto attenti a cosa si dice e a come lo si dice. Resta comunque il fatto che l’utilizzo di strumenti quali riviste, lettere, comunicati e siti internet non possono prescindere da una comunicazione essenzialmente tesa a dare informazioni corrette, veritiere e soprattutto facili da comprendere anche dal singolo cittadino”.
G: “L’informazione ampia e trasparente orientata all’opinione pubblica è una esigenza che avvertiamo in misura sempre maggiore. Il cittadino deve conoscere nel dettaglio quali possono essere le opportunità di cui può usufruire. Spesso, in maniera strumentale e ingannevole, passano messaggi distorti sul costo di un funerale, argomento sempre trattato con prudenza dalla categoria. Non dobbiamo aver paura a rendere pubblici i dettagli economici dei nostri compensi e delle nostre prestazioni, ma dobbiamo soprattutto saper comunicare di essere in grado di assolvere con competenza e con professionalità ad ogni richiesta della famiglia colpita da un lutto. Oggi il web è il canale informativo più utilizzato: saper gestire le opportunità offerte dalle moderne tecnologie è il modo migliore per interagire con un mercato sempre più esigente e diversificato. Ma quel che conta è l’onestà del messaggio e la capacità di cogliere e di soddisfare le aspettative della clientela”.
R: “L’informazione ai cittadini è stata ed è, salvo rare eccezioni, una grossa lacuna del nostro settore. Chi è preposto alla comunicazione dovrebbe tenere alta l’attenzione su questo aspetto: l’opinione pubblica ha diritto e necessità di conoscere in dettaglio non solo tutte le opportunità di cui potrebbe usufruire, ma anche le significative valenze, in termini di competenza e di professionalità, espresse da una categoria che fino ad oggi ha preferito, sbagliando, restare nell’ombra. La strada da percorrere, però, è ancora lunga!”.

[continua]





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