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Sopra i mille euro

Vietati i pagamenti in contanti

Dal 6 dicembre 2011 non è più possibile effettuare trasferimenti di denaro non tracciabili per importi superiori a 1.000 Euro. Niente più contanti, assegni trasferibili, libretti di deposito postali e bancari al portatore e simili: sarà sempre obbligatorio trasferire il denaro mediante assegni non trasferibili, bonifici, carte di credito, bancomat. Non sono considerati infrazioni i trasferimenti compresi tra i 1.000 e i 2.500 Euro se effettuati tra il 6 dicembre e il 31 gennaio 2011.
Con il decreto “Salva Italia” sono cambiate le disposizioni precedenti che prevedevano la soglia massima per pagamenti in contanti prima a 5.000, poi a 2.500 Euro. Tutte le persone sono chiamate ad adeguarsi a tale regola, non solo le imprese o i professionisti. In particolare la norma prevede che:
  • è vietato il trasferimento, anche frazionato, tramite denaro contante, libretto di deposito bancario o postale al portatore, titoli al portatore fra soggetti diversi per importo pari o superiore a 1.000 Euro, tranne nel caso in cui avvenga tramite istituiti bancari;
  • gli assegni bancari e postali, gli assegni circolari, i vaglia postali e cambiari devono essere emessi con la clausola di non trasferibilità;
  • i libretti di deposito al portatore devono essere estinti o portati sotto la soglia di 1.000 Euro entro e non oltre il 31 marzo 2012.
Con l’introduzione di tale norma, imprese e professionisti dovranno stare particolarmente attenti: non potranno essere più incassate o pagate fatture in contanti, non potranno più esserci movimentazioni di contanti tra i soci e le società di persone e di capitale, non sarà possibile effettuare donazioni, o incassare e pagare caparre sempre che venga superata la soglia dei 1.000 Euro.
Al fine di evitare l’elusione della norma, è vietato frazionare in maniera artificiosa l’importo totale tramite la suddivisione del pagamento in più parti inferiori ai 1.000 Euro nel caso in cui si tratti di una operazione unitaria dal punto di vista economico ed effettuata in un periodo di tempo circoscritto inferiore ai 7 giorni. Per fare un esempio pratico, è vietato pagare una fattura da 1.800 Euro facendo due pagamenti in contanti da 900 Euro nell’arco di una settimana. Anche gli stipendi e le pensioni che superano i 1.000 Euro non potranno essere corrisposti in contanti, ma dovranno essere sempre tracciabili.
Il Ministero dell’Economia ha precisato che i prelevamenti ed i versamenti bancari effettuati oltre la nuova soglia non costituiscono automaticamente violazione. Costituisce, però, elemento di sospetto, in generale, il ricorso frequente o ingiustificato ad operazioni in contante e, in particolare, il prelevamento e il versamento di contanti di importo pari o superiore a 15.000 Euro.
Nel caso in cui sia accertata la violazione dei limiti per il pagamento in contanti si applicherà una sanzione amministrativa che va, per pagamenti compresi tra 1.000 e 50.000 Euro, dall’1% al 40% dell’importo trasferito e che comunque non sarà mai inferiore a 3.000 Euro; per pagamenti superiori a 50.000 Euro la sanzione sarà compresa tra il 5% e il 40%, anche in questo caso con un minimo non inferiore ai 3.000 Euro.
 
Claudio Leuzzi


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