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Il Cimitero Monumentale di Trento

lavori di costruzione del Cimitero Monumentale di Trento iniziarono nel 1826, secondo il progetto del 1824 dell'ingegner Giuseppe Pietro Dal Bosco, ingegnere aggiunto all'Ufficio Tecnico del Capitanato Circolare. Fu inaugurato nel 1827, per la parte allora completata: la realizzazione di questo progetto durò più di quarant'anni.

Il progetto previde un quadrante perimetrato da logge con colonne monolitiche di ordine dorico in pietra bianca di Trento (pietra ammonitica tipica della zona). Al centro di ogni lato del quadrante si costruì una grande cappella, inclusa tra due cappelle minori, analoghe a quelle poste in prossimità degli angoli. Sui quattro angoli la copertura a falde in cotto dei porticati e delle cappelle, viene interrotta da una cupoletta. Il Comune di Trento conserva nel suo archivio storico i bellissimi disegni di progetto.

A est la grande cappella è dedicata alle congregazioni di Carità: sul fronte, nell'edicola centrale, vi è il grande gruppo scultoreo della Beneficenza (1881-84) dello scultore Andrea Malfatti, mentre nella cappella a ovest, il Famedio, sono gli uomini illustri: sul fronte vi è il gruppo scultoreo della Fama, del medesimo autore. Si tratta di uno scultore nato a Mori, a una trentina di chilometri da Trento, nel 1832: è considerato tra i più importanti della zona nella seconda metà dell'ottocento, e sono numerose le sue opere proprio al Cimitero Monumentale di Trento.

Sul lato nord, in asse al viale d'ingresso, si costruì tra il 1853 e il 1858 la cappella principale, citata nelle carte come "l'Oratorio", dedicata al Redentore, rappresentato a figura intera a coronare il pronao, dallo stesso scultore Andrea Malfatti. Si tratta di un tempietto sullo schema di un Pantheon con grande cupola. Oggi questa è la cappella dove vengono celebrate la maggior parte delle funzioni funebri della città, di pertinenza del Cimitero.

All'interno dei porticati perimetrali, caratterizzato da un ordine di lesene e dal soffitto a cassettoni, a ogni campata corrisponde una edicola dove sono posti monumenti funebri delle tombe di famiglia. Ai piedi del colonnato vi è un secondo ordine (detto "di seconda classe") di tombe di famiglia. È questa parte del Cimitero di pertinenza del colonnato che conserva oggi ancora molte delle tombe ottocentesche delle famiglie illustri della città. Altre sono state trasformate durante i passaggi di concessione a nuove famiglie.

Lo spazio incluso nel quadrante è attraversato da viali con piccoli cipressi potati in modo geometrico, ed è adibito a normale Campo Santo. Qui l'utilizzo avviene secondo il turn over tipico di un normale cimitero.

Il lato sud non fu mai concluso con la prevista cappella centrale, che doveva fungere da ingresso monumentale.

Già nel 1889 si iniziò a realizzare l'ampliamento, in quanto il quadrante progettato dal Dal Bosco era risultato subito di capienza insufficiente per la città di Trento: si decise per il suo raddoppio, a sud, oltre la strada "delle Albere". Altri ampliamenti, di carattere moderno, si sono realizzati sempre verso sud negli anni '80 e '90 del novecento.

Il Cimitero Monumentale è di architettura neoclassica di austera semplicità: la geometria dei due quadranti accostati ha disegnato una parte di territorio urbanisticamente consistente, in una zona che nell'ottocento era ancora considerata suburbana, caratterizzata nelle antiche planimetrie dalla villa del cardinale Madruzzo. Il viale di accesso al Palazzo delle Albere coincide con il viale che separa i due quadranti simmetrici del Cimitero Monumentale. Quest'asse storico fu in seguito interrotto dal passaggio della ferrovia, a ridosso del cimitero. Oggi la città si è estesa a sud, e le aree a ridosso del cimitero tra la Palazzo delle Albere e l'Adige sono oggetto di grande interesse per una riqualificazione, data la loro posizione strategica.

Attualmente questo è il Cimitero principale del Comune di Trento, che ha peraltro molti altri piccoli cimiteri nei sobborghi. Dal 2001 sono in corso i lavori di restauro dei tetti, e sta per essere appaltato il nuovo impianto di illuminazione, per garantire la sicurezza e la percorribilità anche al tramonto. È in programma l'esecuzione per lotti, nei prossimi anni, del restauro della pietra e degli intonaci: lavoro che risulta essere molto oneroso, per la grande estensione del complesso.

L'immobile è di proprietà del Comune di Trento e quindi vincolato dalla Legge 490/1999 per la tutela dei Beni Storico Architettonici. Non vi è un vincolo diretto, quindi i monumenti funebri delle famiglie non sono sottoposti a specifica tutela, se non quando divengono di proprietà del Comune nel caso di famiglie estinte.
di
 
Anna Bruschetti
(Servizio Restauri, Comune di Trento) (a cura di Gabriella Ruffini)

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