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IL TAJ-MAHAL, MERAVIGLIA DELL'INDIA

Con l'aggravarsi della crisi tra India e Pakistan, gli organi di stampa e di informazione avevano riportato, alla fine di dicembre 2001, la notizia che il Taj-Mahal sarebbe stato protetto da eventuali raid aerei coprendolo con teli neri. Ma cos'è questo monumento che l'UNESCO annovera in un elenco delle "nominations" tra le quali poter scegliere le nuove "Sette meraviglie del mondo" e che a tutt'oggi è al primo posto nella classifica votata da tutto il mondo? Quale valore esprime per far dire ad un funzionario della Sovrintendenza archeologica dell'India: "È paradossale che un monumento dell'amore debba essere protetto dall'odio"?. Questa è la storia della sua origine.

"Nel nome di Allah, l'altissimo, il Clemente, il Misericordioso. Lode ad Allah, Signore dell'universo! Che i fatti degli antichi siano una lezione per i moderni acciocché l'uomo consideri i casi toccati agli altri, rispetti le parole di coloro che furono e, considerando ciò che ad essi toccò, si corregga. Perciò sia gloria a colui che conservò i racconti e con essi le cose degli antichi come esempio per i posteri. Orbene, di tali racconti vogliamo narrarvi la storia di un principe e del suo amore per una donna e della mirabile costruzione che volle dedicarle.
Si racconta, ma Allah è più sapiente, più saggio e più potente e più benefico, che c'era nel tempo dei tempi e negli anni passati, e precisamente nel 1612, un principe di nome Khurram che prese in sposa, come seconda moglie, Arjumand Banu Begam, meglio conosciuta come Mumtaz Mahal. Il principe, che divenne poi il quinto imperatore della dinastia Mughal con il nome di Shah Jehan, amava profondamente la principessa e questa unione era una vera e propria passione.

Mumtaz divenne compagna inseparabile di suo marito in tutti i suoi viaggi e spedizioni militari. Era la sua consigliera e consulente ed ispirava a lui atti di carità e di benevolenza verso deboli e bisognosi. Ma, tre anni soltanto dopo la sua salita al trono, a Burhanpur dove lo aveva accompagnato in una campagna militare, dopo aver partorito il loro quattordicesimo figlio la principessa muore. Si narra che la morte della moglie abbia talmente sconvolto ed addolorato l'imperatore che tutti i suoi capelli e la barba si sono imbiancati come la neve in pochi mesi.
Si narra ancora, però, che quando Mumtaz Mahal era viva aveva ottenuto dall'imperatore quattro promesse: in primo luogo, quella di costruire un tempio, in secondo luogo, quella che si sarebbe sposato ancora, terzo, quella di essere gentile con i loro bambini, ed infine quella di visitare la sua tomba agli anniversari di morte.
L'imperatore chiamò allora a sé i migliori artisti e dette inizio, in sua memoria, alla costruzione della tomba, che venne completata dopo circa vent'anni di lavoro da parte di 20.000 uomini. Shah Jehan andava in barca a visitare la tomba della moglie. I documenti descrivono il suo arrivo al monumento dal lato del fiume e la sua ascesa dall'argine al terrazzo. Questa usanza, tuttavia, era riservata all'imperatore e al suo seguito.
Tutti gli altri invece dovevano attraversare una grande corte per entrare nel portale principale sul lato sud. In questa corte i viaggiatori si fermavano, venivano sfamati i poveri e distribuite le elemosine. L'imperatore aveva così realizzato il Taj-Mahal, meraviglia del mondo e universalmente riconosciuto come tempio dell'amore, e sia gloria a coloro che conservano le parole e le cose degli antichi".


Il Taj-Mahal si erge sulla sponda del fiume Yamuna, nei pressi del grande fortilizio rosso di Agra, centro degli imperatori Mughal fino al 1637, quando essi spostarono la loro capitale a Delhi. Il mausoleo, enorme in sé, non è una costruzione isolata, ma è parte di un ampio complesso comprendente una Porta principale, le mura di cinta, un elaborato giardino, una moschea e una casa di preghiera.

LA TOMBA REALE
Il Taj-Mahal è situato al fondo al giardino, ad oltre 275 metri dall'entrata, all'estremità opposta alla grande porta d'ingresso. Si eleva per quasi 76 metri di altezza. Il mausoleo sorge su un plinto marmoreo, posato su una piattaforma di arenaria rossa costruita per livellare la terra, che digrada verso il fiume. Quattro slanciati minareti emergono dagli spigoli del plinto di marmo bianco. Sono alti più di 40 metri e la loro sommità affusolata è coronata da otto aperture ad arco sormontate da una cupoletta.
La grande cupola centrale, sorretta da una base molto alta, si limita ad essere un semplice pezzo d'effetto, mentre la cupola ribassata al suo interno, sovrastante la sala centrale, prende luce da otto passaggi che lo raccordano con corrispondenti finestre a nicchia, arretrate sulla facciata. In questa sala si trovano i cenotafi, circondati da un bellissimo recinto in marmo lavorato a giorno, mentre le tombe vere e proprie si trovano in una sala volta sotterranea.
Il mausoleo ha pianta quadrata con gli spigoli smussati. Ogni lato della costruzione si compone di un grande portale, incorniciato da fasce decorate e fiancheggiato su entrambi i lati da doppi archi sovrapposti. Gli spigoli del corpo centrale del mausoleo sono ornati da pinnacoli che contribuiscono, con le altre emergenze, ad arricchire con garbo lo skyline.

Di particolare pregio artistico sono le decorazioni delle pareti esterne del portale, costituite da grandi fasce di marmo intarsiate con iscrizioni calligrafiche tratte da brani del Corano. È qui che i calligrafi di Shah Jehan hanno effettuato un trucco ottico stupefacente: le proporzioni delle iscrizioni al di sotto e al di sopra dell'arco del portale sembrano essere costanti. Questa illusione è creata aumentando gradualmente il formato delle lettere man mano che aumenta la loro distanza dall'occhio; in questo modo, da terra le dimensioni sembrano le stesse in ogni punto. Questo ingegnoso effetto di trompe l'oeil è stato usato con uguale successo sulla porta principale del complesso.
Si dice inoltre che guardando il Taj-Mahal attraverso questa porta d'ingresso, esso appaia pic- colo e lontano, come se fosse costruito in scala ridotta. Questo è un altro trucco ottico; avvicinandovisi, si capovolge l'illusione ottica: la costruzione comincia a crescere, continuando fino a quando, raggiunta la base, essa appare colossale.
La cupola, specialmente, sembra espandersi mentre ci si avvicina, come se si stesse lentamente gonfiando.
Tra la Porta principale e il mausoleo si estende il vasto e bellissimo giardino di ispirazione persiana.
Diversamente da altri giardini orientali - in particolare quelli dei giapponesi, che hanno imparato ad accentuare le risorse disponibili piuttosto che formalizzarle - il giardino persiano era ingegnosamente e dichiaratamente artificiale, basato sull'organizzazione geometrica della natura senza alcun tentativo di richiamare un aspetto "naturale".
Come i giardinieri persiani, i paesaggisti del Taj hanno voluto tradurre la perfezione del cielo in termini terrestri seguendo precise formule.
Nell'Islam, il "quattro" è il più santo di tutti i numeri - la maggior parte delle caratteristiche del Taj è basata su quel numero o sui suoi multipli - ed i giardini sono stati disposti su una pianta quadrata.

Due canali di marmo, costellati di fontane e sottolineati da file di cipressi, si incrociano al centro del giardino dividendolo in quattro quadrati uguali. La cupola del mausoleo è di marmo bianco, ma la tomba è posta, attraverso il fiume, sullo sfondo della pianura ed è proprio questo sfondo che determina la sua magia cromatica che, con il riflesso dei vari colori, cambia la vista del Taj.
I colori si trasformano col passaggio delle ore del giorno e col mutare delle stagioni. Come un gioiello, il Taj scintilla al chiaro di luna, quando le pietre semi-preziose intarsiate nel marmo bianco ne catturano la lucentezza sulla cupola del mausoleo. Il Taj è rosato al mattino, bianco latte la sera e dorato quando la luna splende. Questi cambiamenti sembrerebbero descrivere i variabili stati d'animo femminili. A patto che si capisca che esso è un monumento all'amore, è sufficiente dire che il Taj ha una sua propria vita che emerge prepotentemente dal marmo di cui è fatto. In quanto capolavoro dell'architettura, niente potrebbe essere aggiunto o sottratto da esso.

I MONUMENTI FUNERARI NEL MONDO ISLAMICO
Per la prima età dell'Islam non possediamo alcun esempio di monumenti tombali importanti, in quanto esplicite dichiarazioni del Profeta prescrivevano la sepoltura a livello del suolo, non ammettendo nemmeno i normali tumuli funerari. Nel mondo musulmano, in generale, le prime sepolture sono state eseguite contrassegnando solo con una stele, al capo e ai piedi, il luogo dell'estremo riposo.
Comunque, i sovrani dell'Islam non si preoccuparono, in un primo tempo, di eternare il ricordo del loro passaggio sulla terra con vistosi monumenti. Furono inizialmente i sovrani turchi a farsi costruire delle torri funerarie, a pianta poligonale o rotonda, ed a terminazione conica, che richiamano le tende a cupola in virtù di una marcata scannellatura.
Esse si diffusero soprattutto nella Persia orientale e si sono mantenute sotto diverse forme e grandezze fin al XIII secolo. Accanto ad esse si affermò ben presto il mausoleo a cupola, tipologia diffusa anche presso anche i Mongoli. Si può citare, ad esempio, l'edificio eretto per il sultano Hodabende (morto nel 1316) o, in Samarcanda, la famosa tomba a cupola di Timùr e la via dei sepolcri dedicata alla sua famiglia.
In Egitto questo tipo di monumento ebbe un grande sviluppo solo sotto i Mamelucchi turchi, che crearono alle porte del Cairo una necropoli assai estesa, in gran parte conservatasi, ove le numerose sepolture sono poco dissimili l'una dall'altra. Spesso agli edifici a cupola a forma d'elmo troviamo annesse moschee, conventi, scuole e di solito anche pozzi.
In Persia, dal XVI secolo, sorse ad Ardabil, sulla tomba del capostipite della dinastia dei Safawidi, una moschea funeraria in grande stile, che divenne meta assai frequentata di pellegrinaggi; per la sua decorazione particolarmente ricca, essa va considerata come il più importante edificio sacro di questo periodo. In India troviamo, a partire dal secolo XIV, il vero e proprio tipo di fortilizio funerario, dotato di solidi bastioni. Sotto gli imperatori Moghul i mausolei acquisirono una forma più leggera, erano padiglioni a pilastri con archi a sesto acuto, nicchie profonde e piccoli chioschi, in mezzo a un bacino d'acqua o ad un parco. Il più famoso è certamente il Taj-Mahal presso Agra (1630-1648), che colpisce per la straordinaria armonia.
 
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